I mondiali di calcio del 2010 si svolgeranno in Sudafrica e avranno inizio l’11 giugno.
Secondo la tradizione la partita inaugurale vedrà in campo la squadra di casa, per il girone A: alle 16:00 al Soccer City Stadium di Johannesburg infatti si affronteranno Sudafrica e Messico.La finale sarà l’11 di luglio al FNB Stadium sempre a Johannesburg. La formula di gioco vedrà affrontarsi 32 squadre che, suddivise in 8 gironi da 4 squadre ciascuna, si contenderanno il passaggio agli ottavi di finali: passeranno il turno le prime due di ogni girone.
L'Italia farà il suo esordio il 14 giugno, sfidando il Paraguay a Città del Capo.

Paraguay, storica prima volta I rigori bocciano il Giappone

A Pretoria non bastano 120 minuti per sbloccare lo 0-0. L'errore dal dischetto di Komano premia i sudamericani, che si qualificano per i quarti del Mondiale, impresa mai riuscita in passato
Paraguay-Giappone era la partita dei rimpianti, per l’Italia, prima del fischio d’inizio, lo diventa a maggior ragione dopo il fischio finale. Che premia il Paraguay, che pure non ha brillato per nulla, dopo i calci di rigore di una partita davvero modesta, chiusa sullo 0-0 prima dei tiri dal dischetto, i primi di questo Mondiale. Finisce 5-3, con penalty decisivo di Cardozo, che punisce l’errore di Komano. E così l’Albirroja raggiunge i quarti per la prima volta nella sua storia, quarta squadra sudamericana tra le prime 8 a Sudafrica 2010. Le altre, in ordine cronologico, sono Uruguay, Argentina e Brasile.
POCHI GUIZZI, TANTO EQUILIBRIO — E’ la sintesi di un primo tempo bruttino: se fosse arrivata a Pretoria da prima del girone, l'Italia si sarebbe giocata un posto nei quarti contro un Giappone più di corsa che da corsa, in chiave mondiale. Lo avrebbe fatto a pochi minuti dal campo di allenamento, il Soutdowns College. E invece c’è il Paraguay, che mostra la solita solidità (un solo gol subìto, quello di De Rossi, sinora), poco più. Le squadre di affrontano con moduli simili: difesa a 4, centrocampo con un mediano davanti alla difesa (Ortigoza e Abe) e due mezzali, due esterni larghi e un centravanti, rispettivamente Barrios e Honda. La differenza sta nel fatto che gli esterni dei sudamericani sono attaccanti, quelli del Giappone centrocampisti aggiunti. Sarà la tensione di vedere un traguardo storico a portata di mano che frena entrambe le squadre, sarà quel che sarà, ma i primi 20’ sono da sbadigli. E pieni zeppi di errori. Con i giapponesi, esagerati, che tirano dalla grande distanza, da tutte le posizioni. Il primo vero brivido arriva dopo uno spunto di Barrios, l’argentino naturalizzato: Kawashima, il portiere giapponese, non si fa sorprendere. Il Giappone replica subito, con una traversa di Matsui, con un tiro scoccato da Johannesburg. Il Paraguay attacca di più, fa la partita, ma le idee a metà campo sono poche, e in avanti Benitez non è pervenuto. Prova a scuotere i suoi l’elegante Santa Cruz, pericoloso in mischia, ma il suo sinistro finisce di poco largo. Il Giappone replica subito, un’altra volta, come se facesse un balzo in avanti, dopo aver preso la scossa, ad ogni pericolo scampato: sinistro largo di Honda che finalizza un contropiede a tutta velocità, e non è una battuta. Il pari con cui le squadre vanno all’intervallo è il risultato più logico.
RIPRESA — Il Giappone riparte con il 4-2-3-1 e con po’ più di verve offensiva: Tanaka si rende pericoloso, di testa. Ma sono punture di spillo. Il Paraguay inserisce Valdez per Benitez. La partita resta molto arruffata, le due squadre spingono a ondate, disordinate. Tante mischie, zero occasioni. Si va ai supplementari, per forza.

SUPPLEMENTARI — Il Paraguay attacca in forze, finalmente. E sfiora il vantaggio con Valdez, ancora bravo il portiere asiatico. Il Giappone, è un film già visto, replica subito con Honda, e nel secondo tempo supplementare spreca in contropiede con Tamada. Niente da fare. Rigori. E vince il Paraguay.

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