I mondiali di calcio del 2010 si svolgeranno in Sudafrica e avranno inizio l’11 giugno.
Secondo la tradizione la partita inaugurale vedrà in campo la squadra di casa, per il girone A: alle 16:00 al Soccer City Stadium di Johannesburg infatti si affronteranno Sudafrica e Messico.La finale sarà l’11 di luglio al FNB Stadium sempre a Johannesburg. La formula di gioco vedrà affrontarsi 32 squadre che, suddivise in 8 gironi da 4 squadre ciascuna, si contenderanno il passaggio agli ottavi di finali: passeranno il turno le prime due di ogni girone.
L'Italia farà il suo esordio il 14 giugno, sfidando il Paraguay a Città del Capo.

Una rifondazione Mondiale

Tra sfottò, insulti, critiche, pianti e pacche di consolazione c'è anche qualcuno che alzerà la mano facendo notare che forse è meglio pensare al 2014. L'eliminazione prematura in Sudafrica di calibri come Francia, Inghilterra, Brasile e Argentina non può portare solo a una contestazione calorosa e in qualche modo dovuta. Deve semmai anticipare un processo di ristrutturazione (per qualcuno di rifondazione) in vista della prossima rassegna iridata in Brasile.
I GALLETTI SPENNACCHIATI
Partiamo dalla Francia che dovrà innanzitutto ripristinare lo spirito. Laurent Blanc è il vento fresco. La generazione degli Abidal, Gallas, Govou, Malouda, Henry e Anelka è finita. Evra resta sub judice, Ribery arriverà trentunenne (bisognerà valutare le sue condizioni), Gourcuff con il nuovo ct avrà la possibilità di crescere. Sarà il caso quindi di inserire Samir Nasri e di riportare in Bleus Karim Benzema (entrambi del 1987). Come centrale difensivo si proverà Sakho del Psg (1990), a destra se Sagna (1983) calerà c'è pronto Corchia (origini italiane, 1990, Le Mans). Accanto a Diaby in mezzo al campo crescono le quotazioni di Yann M'Vila (1990, origini congolesi). Occhio anche a Etienne Capoue (1988, Tolosa, può giocare anche centrale in difesa) e come alternativa Younousse Sankhare (Psg, 1989). Davanti tutti scommettono su Anthony Modeste del Nizza (1988, originario della Martinica) e sull'esplosione definitiva di Gabriel Obertan (1989, l'anno scorso preso da Ferguson per il suo United e cresciuto a Bordeaux). Quest'ultimo e Nasri potrebbero essere le menti della Francia che verrà.

I TRE LEONI SDENTATI
L'Inghilterra ripartirà cercando un portiere. Hart è un '87 e ci si può lavorare. In alternativa c'è Scott Loach del 1988. Gioca nel Watford. Fate ciao ciao con la manina a Ferdinand, Terry, Gerrard e Lampard (già trentenni ora, difficile rivederli in campo in Brasile). Sono pochi quelli dell'ultima rosa che potranno essere utilizzati: Lennon, Milner, forse Johnson, certamente Rooney. Poi spazio ai giovani: coppia centrale Mancienne (Chelsea, 1988)-Smalling (1989, Manchester United). A sinistra Gibbs (1989, Arsenal), a destra Richards (1988, Manchester City). In mezzo al campo il posto dei mammasantissima potrebbe prenderlo per esempio Muamba del Bolton (1988). A destra attenzione alla crescita di Rose del Tottenham (1990). Il prossimo dovrà essere il Mondiale di Walcott (1990) che lancerà Carroll (1990, Newcastle, un metro e 91 e gol a raffica). Segnali importanti li dà già ora Gosling dell'Everton: da centrocampo in su il 1990 dei Toffees può fare tutto visto che è anche ambidestro.
TUTTO ATTORNO AL PAPERO
Il Brasile che probabilmente sarà guidato da Leonardo non avrà altro che l'obiettivo di (stra)vincere il Mondiale. Sarà un rischio quello che stiamo per scrivere, però potrebbe essere che di questi 23 visti in Sudafrica il solo Ramires sarà sicuramente riconfermato (aggiungiamo con il condizionale Julio Cesar, Thiago Silva e Robinho). Toccherà a Pato caricarsi sulle spalle i Verdeoro. E poi occhi su Douglas Costa (1990) che dopo il Mondiale Under 20 dell'anno scorso in Egitto è passato allo Shakhtar per assaporare l'Europa. Così come Maicon (1990, Lokomotiv Mosca), omonimo dell'interista ma questo seconda punta che si sacrifica anche in fase difensiva. Per il resto si sa che il calcio brasiliano è talmente vasto che è difficile fare nomi. Ne buttiamo lì un po': Giuliano (1990, Internacional, fantasista); Toloi (1990, Goias, difensore centrale); Alan Kardec (1989, Benfica, attaccante); Coutinho (1992, Inter, fantasista); Neymar (1992, Santos, di professione fenomeno); Paulo Henrique Ganso (1989, Santos, centrocamposta); Diego Renan (1990, Cruzeiro, esterno ambidestro); Alex Teixeira (1990, Shakhtar, offende in ogni zona del campo, ambidestro); Maylson (1989, mediano di rottura, Gremio); Keirrison (1988, Fiorentina ma è del Barcellona, attaccante).

MARADONA "INDIFESO"
L'Argentina delle stelle dovrà rifare la difesa (a parte Otamendi, 1988). Servono un paio di centrali e due esterni che siano esterni veri e non adattati. Se Romero prosegue la crescita come nell'ultimo quadriennio sarà ancora lui il titolare. Il fatto che l'Under 20 Albiceleste abbia mancato la qualificazione ai Mondiali egiziani non è un fattore da trascurare. Però l'Argentina produce giocatori senza soluzione di continuità. Non subirà ripercussioni. Saluteranno Burdisso, Heinze, Veron, Demichelis, Samuel, Palermo, Milito. Toccherà ai vari Messi, Higuain, Pastore, Aguero, Mascherano, Tevez e Di Maria ripartire. Il ct (Maradona ancora?) valuterà Sebastian Emanuel Gonzalez del San Lorenzo (1992) per il centrocampo, Mauro Alberto Diaz (1991) del River Plate, centrocampista dai piedi raffinati, Nervo (1991) difensore centrale dell'Arsenal de Sarandì, Rogelio Funes Mori (1991) del River Plate, attaccante, Franco Zuculini (1990) mediano dell'Hoffenheim, Salvio (1990, Atletico Madrid, fantasista), Piatti (1989, ala dell'Almeria), Di Santo (1989, Chelsea, attaccante), Meza (1990, San Lorenzo, difensore centrale con i piedi buoni per impostare).
OLANDA IN GRANDE CRESCITA
Chi tra quattro anni invece arriverà ancora più forte e più matura sarà l'Olanda: i suoi gioelli avranno tra i 26 e i 30 anni. Anche se gli Oranje dovranno lavorare per cercare una coppia centrale difensiva più preparata, un terzino sinistro e un sostituto di Van Bommel in mezzo al campo. Nomi? Bruma (1991, difensore centrale del Chelsea), Van Eijden (1988, difensore centrale del Nec), Janmaat (1989, Heerenveen, terzino destro che potrebbe trovare spazio solo se Van der Wiel scivolerà a sinistra), Siem De Jong (1989, centrocampista centrale dell'Ajax), Georginio Wijnaldum (1990, Feyenoord, ala), Anita (1989, esterno di centrocampo sia destro sia sinistro dell'Ajax), Fer (1990, Ajax, esterno di sinistra di centrocampo), Van Wolfswinkel (1989, Utrecht, attaccante) e Biseswar (1988, Feyenoord, ala). E se in porta Stekelenburg dovesse prendere un raffreddore, ecco Krul (1988, Newcastle).

Mondiali 2010, Spagna- Olanda 1 a 0. Gli iberici conquistano il loro primo titolo mondiale.

Gol di Iniesta sul finale del secondo tempo supplementare e gli iberici per la prima volta sul tetto del mondo.
La Spagna fa la doppietta. Dopo aver vinto gli europei del 2008, gli iberici entrano nella storia e conquistano il loro primo titolo mondiale battendo l’Olanda per 1 a 0 con gol di Iniesta sul finale del secondo tempo supplementare, al termine di una partita non bellissima ma che ha visto comunque la netta superiorità della squadra guidata da Vicente del Bosque.
Partita nervosa nel primo tempo, poco gioco e tanti falli, con ben cinque ammoniti. La Spagna non riesce ad esprimere il proprio gioco, grazie alla disposizione in campo degli olandesi, che chiudono bene tutti gli spazi e fanno un pressing alto, andando su tutti i palloni. L’unica occasione netta di gol è della Spagna al quarto minuto: su punizione di Xavi, colpo di testa di Sergio Ramos, miracolo di Stekelenburg, che salva il risultato.
Nel secondo tempo lo spettacolo non migliora e il gioco viene ancora spesso interrotto per numerosi falli da una parte e dall’altra. Al minuto 61 Sneijder effettua un bel passaggio a favore di Robben, che spreca una netta occasione da gol davanti a Casillas. Passano otto minuti, ed è la Spagna ad avere la possibilità di passare in vantaggio: cross di Jesus Navas, buco incredibile di Heitinga che favorisce il tiro di David Villa ma il difensore olandese rimedia al precedente errore, salvando il risultato. L’ultima occasione da gol del secondo tempo è degli orange: Robben brucia in velocità Puyol ma poi si fa anticipare dall’ottima uscita di Casillas.
Ma per conoscere la vincitrice dei mondiali di Sudafrica 2010 c’è bisogno dei tempi supplementari. I giocatori olandesi sembrano stanchi, il pressing asfissiante dei primi 90 minuti si allenta sempre di più e, inevitabilmente, si aprono gli spazi per la Spagna: fioccano le occasioni da gol, grazie soprattutto alle idee e alla freschezza del nuovo entrato Fabregas, che dà vivacità all’attacco spagnolo. Ed è proprio Fabregas il protagonista del gol che, a quattro minuti dalla fine del secondo tempo supplementare, regala la vittoria agli iberici, riuscendo a pescare in area  Iniesta che di destro infila il pallone in rete sul secondo palo della porta difesa da Stekelenburg.
Cala così il sipario sul mondiale di Sudafrica 2010. Un mondiale caratterizzato dalla delusione di Italia, Francia e Inghilterra, uscite troppo presto e in modo indignitoso dalla competizione, della sorpresa Uruguay battuta solo in semifinale dall’Olanda, della giovane Germania, della solida e bella Spagna. E’ stato anche il mondiale del “veggente” polpo Paul, del suono assordante delle vuvuzelas, del tormentone “waka waka”. Ma è stato soprattutto il mondiale del Sudafrica, della sua vivacità, dei suoi colori, del sorriso dei suoi bambini, del carisma di Nelson Mandela. Grazie Sudafrica per aver dato a questo mondiale quel qualcosa in più che resterà nella nostra memoria per tanto tempo.

Vuvuzela story, simbolo di Sudafrica 2010

Amata dai tifosi, detestata dai telespettatori: la vuvuzela per piu' di un mese e' stata la colonna sonora di partite, gioie e delusioni mondiali. La rumorosissima trombetta di plastica e' il simbolo di Sudafrica 2010.

Entrata nelle case di mezzo mondo grazie a quel suono che alcuni paragonano al barrito di un elefante ed altri ad uno sciame d'api, la vuvuzela fa ormai parte dell'armamentario dei tifosi e rischia di rimanerci a meno che non venga vietato di portarle negli stadi come se si trattasse di un'arma. Una decisione, quest'ultima, che andrebbe incontro alle richieste delle tv ma che, almeno in occasione di questi Mondiali, la Fifa non ha preso per accontentare i tifosi negli stadi.

Le televisioni, in realta', sono corse immediatamente ai ripari, adottando filtri per attutire il rumore di sottofondo delle vuvuzela e nessuno si e' piu' lamentato. La vuvuzela-mania ha preso piede ovunque: sul web spopolano canzoni con la vuvuzela, l'inno di accompagnamento del Portogallo in Sudafrica si chiama l'Inno della Vuvuzela, sull'I-phone e' possibile scaricarne il suono come suoneria.

In tantissimi tra calciatori e personaggi famosi si sono cimentanti nel tentativo di suonarla: da Maradona a Iniesta. Tentativi non sempre andati a segno, cosi' su internet sono apparsi anche corsi di vuvuzela. Le 'soccer's horn' sono apparse nelle pubblicita' e negli studi televisivi. Qualche supermercato ha anche iniziato a venderle.

Le notizie sulla vuvuzela hanno iniziato a rimbalzare da una Paese all'altro, dando vita a vere e proprie leggende metropolitane. La piu' clamorosa, oltre a improbabili danni ai timpani, e' quella di una donna di Cape Town che avrebbe soffiato talmente tanto da lacerarsi la trachea. La mania ha pero' contagiato tutto il mondo: la cornetta di plastica colorata in Uruguay e' stata ribattezzata 'uru-zela' e, visto il quarto posto raggiunto dalla Celeste, c'e' stato anche chi ha tentato di battezzare la propria figlia con il nome di 'Maria Vuvuzela'.

Dal Sudafrica la trombetta e' arrivata negli Stati Uniti. E' apparsa sugli spalti del mitico Yankee Stadium, suonata da un tifoso di baseball, ma e' stata immediatamente sequestrata dalle guardie di sicurezza dello stadio. Secondo le radio sudafricane, poi, almeno un milione di 'vuvuzelas' sono state vendute, anche via internet in Europa e nella prossima stagione potrebbero invadere i nostri stadi.

Finalina mondiale 2010: la Germania è terza

Germania - Uruguay 3-2
 
Al termine di una partita bella e divertente, la Germania ha sconfitto per tre a due l'Uruguay nella finale per il terzo posto. I tedeschi sono passati in vantaggio al 18esimo del primo tempo con Muller, il grande assente della semifinale con la Spagna. Dieci minuti dopo, pareggia l'Uruguay grazie ad un'ottima ripartenza conclusa da Cavani, al suo primo goal mondiale. Al sesto del secondo tempo uno splendido tiro al volo di Forlan porta in vantaggio l'Uruguay, ma la Germania reagisce e pareggia cinque minuti dopo con Jansen, complice un'uscita fuori tempo di Muslera. Al 38esimo la rete decisiva di Khedira su colpo di testa. Ma i sudamericani non si arrendono e il solito Furlan, all'ultimo secondo colpisce la traversa.

Sudafrica 2010: Blatter, Mondiali speciali e Fifa non c'entra con spalti vuoti

I Mondiali di Sudafrica 2010 sono stati un successo.E se qualcosa e' andato storto, non e' colpa della Fifa. 
E' l'analisi di Joseph Blatter, presidente della federcalcio internazionale, che fa calare il sipario sulla Coppa del Mondo. ''Ogni Mondiale ha la sua storia e la sua cultura. Questa e' stata un'edizione in un nuovo continente con una nuova cultura, quindi va analizzata a differenti livelli. Se si considerano l'entusiasmo in Sudafrica e gli ascolti televisivi in tutto il mondo -dice in un'intervista alla Bbc-, questa e' stata un Coppa speciale. E' stato un torneo attraente e per me e' stato anche molto emozionante''. Alcune partite, in realta', non hanno avuto una cornice di pubblico memorabile. Qualche stadio non ha offerto il tutto esaurito.

Mondiali 2010: Olanda-Spagna, finale per una nuova storia

La Finale dei Mondiali di Calcio 2010 sarà Olanda-Spagna. Per la prima volta nella storia, arrivano in finale due squadreche non hanno mai vinto i Mondiali. L’Olanda arrivò in Finale nel 1974 e nel 1978 ma non riuscì mai a vincere, battuta prima dalla Germania e poi dall’Argentina. La Spagna centra per la prima volta una Finale Mondiale, dopo aver vinto gli Europei 2 anni fa.
L’Olanda da 32 anni non va in finale, abituata forse al ruolo di eterna seconda, stavolta quindi vuole sfatare questo mito e vincere un Mondiale. La Spagna ieri sera ha battuto la Germania, vero scoglio di questi Mondiali, che ieri però è sembrata meno smagliante del solito. Forse ha voluto dire la squalifica di Mueller, fatto sta che gli uomini di Loew sembravano molto diversi dalle precedenti partite.
Cosi la Spagna ha approfittato e segnano solo 1 goal si porta a casa la Finale. La Finale dei Mondiali 2010 sarà dunque tutta Europea come nel 2006, domenica sera alle 20.30 Olanda e Spagna si sfideranno per scrivere un nuovo capitolo della storia dei Mondiali di Calcio.

Mondiali 2010: l’Olanda vola in finale, Uruguay fuori a testa alta

La prima finalista del mondiale in Sudafrica è l’Olanda che supera il sorprendente Uruguay di Oscar Tabarez per 3-2. 
Cavani, Forlan e compagni hanno venduto cara la pelle pareggiando al vantaggio olandese per poi cadere sotto i colpi di Sneijder e Robben. La prima certezza è che la finale del mondiale sarà tutta europea.
La sorpresa del Mondiale, l’Uruguay di Tabarez, inizia con un 4-4-2 contro il 4-2-3-1 olandese schierato da Van Marwijk. Gli Orange partono all’attacco e già al 18′ vanno in vantaggio con Van Bronckhorst che inventa un destro dai trenta metri imparabile per Muslera. Il pallone si insacca preciso all’incrocio dei pali grazie alla prodezza balistica del numero 5 olandese in forza al Feyenoord, per gli uruguayani è già svantaggio dopo poco più di un quarto d’ora.

I sudameriicani reagiscono, l’Olanda arretra e al 41′ arriva il meritato pareggio dell’Uruguay grazie ad un altro gran tiro dalla distanza: Forlan calcia dal limite un tiro potente ma centrale che trae in inganno Stekelemburg. L’attaccante dell’Atletico Madrid segna il suo terzo gol nel mondiale confermandosi il giocatore più rappresentativo della sua nazionale e riaprendo così la partita. L’Olanda subisce il colpo e fatica a riorganizzarsi ma il fischio finale di Irmatov permette alle due squadre di andare a fare chiarezza negli spogliatoi.
Nella ripresa Van Marwijk manda in campo Van der Vaart per De Zeeuw ma gli olandesi sembrano aver più difficoltà a proporre il loro gioco cercando spunti unicamente dal duello Robben - Cacares con l’ex juventino sempre in difficoltà. Il pressing uruguayano mette in mostra una migliore condizione fisica dei sudamericani mentre l’Olanda fatica ad imporre il proprio gioco di passaggi. Al 66′ Forlan ci riprova su punizione ma questa volta Stekelemburg è bravo a deviare. Sul capovolgimento di fronte è Muslera il protagonista su tiro di Van der Vaart, poi Robben calcia alto da posizione ottimale.
Le due occasioni in pochi minuti lasciano il segno sugli uruguayani che al 70′ tornano in svantaggio dopo il gol di Sneijder che calcia a giro dal limite beffando Muslera. Il gol sarebbe tuttavia da annullare per il tocco impercettibile di Van Persie in fuorigioco. L’Uruguay crolla e subisce il terzo gol al 73′ con Robben che incorna di testa su cross morbido di Kuyt. Al 92′ l’Uruguay riapre la partita con il gol di Maxi Pereira ma l’assedio finale non regala ulteriori colpi di scena. L’Olanda va in finale anche se il mondo si inchina di fronte alla prova dell’Uruguay di Tabarez, vera sorpresa del mondiale 2010.

Sudafrica 2010: Argentina a casa, accoglienza trionfale per Maradona

Accoglienza trionfale per l'Argentina e per Diego Armando Maradona. La seleccion, eliminata nei quarti di finale dei Mondiali, e' tornata a casa e alle 17.30 locali di domenica e' atterrata all'aeroporto Ezeiza di Buenos Aires. Migliaia di tifosi hanno accolto con calore la squadra e il ct. A Maradona, la folla ha chiesto di rimanere alla guida della Nazionale. Il Pibe, dopo la pesante sconfitta per 4-0 con la Germania, non ha sciolto i dubbi sul proprio futuro. ''Devo riflettere, devo parlare con la mia famiglia e con i giocatori'', ha detto sabato dopo la disfatta con i tedeschi. Prima della partenza dell'Argentina dal Sudafrica, una delegazione di giocatori ha chiesto al commissario tecnico di mantenere l'incarico.

Argentina - Germania: i tedeschi umiliano i sudamericani per 4 a 0

Più che ad una partita, gli spettatori dello stadio “Green Point” hanno assistito ad una vera e propria lezione di calcio: ad impartirla, però, non è stato colui che per anni ha dimostrato di essere il numero uno in assoluto nella storia del calcio. Dopo 4 vittorie che potevano fugare ogni dubbio sull’Argentina guidata da Maradona, l’albiceleste ha messo in mostra tutti i propri limiti contro una Germania in grande spolvero.

Nel corso dei 90 minuti i tedeschi sono stati padroni della partita, iniziata nel modo migliore grazie ad una rete siglata da Muller dopo pochi minuti. L’Argentina si è vista subito alle corde e i tentativi di reazione sono stati piuttosto evanescenti, con un Messi poco ispirato e un reparto offensivo mai veramente pericoloso.

La “pulce” argentina non riesce mai ad incidere come vorrebbe, grazie soprattutto alla marcatura riservatagli dal CT tedesco Loew: dopo che Mourinho ha mostrato al mondo intero che, per quanto forte, Leo Messi può essere fermato, sono stati numerosi gli allenatori che hanno riproposto una gabbia asfissiante sul giovane talento del Barcellona, impedendogli di esprimersi al meglio. La conseguenza di ciò è un mondiale privo di particolari spunti da parte del Pallone d’Oro in carica e terminato a quota zero gol.

La Germania, d’altro canto, è sembrata una squadra ben messa in campo, organizzata, e capace di chiudersi e ripartire in maniera veloce, grazie a gente come Ozil e Muller, due che fino a pochi anni fa giocavano nelle formazioni primavera dei rispettivi club e ora si ritrovano a guidare la Germania in semifinale.

Le altre reti dei tedeschi arrivano grazie a Friedrich e Klose, autore di una doppietta ed ora a quota 14 gol totali in tutte le competizioni mondiali da lui disputate. Inoltre, le occasioni per incrementare ulteriormente il bottino per la Germania ci sono state, ma i giocatori di Loew non sono stati capaci di sfruttarle a dovere.

Oltre alla sterilità del proprio giocatore più rappresentativo, l’Argentina ha pagato anche le scelte non proprio azzeccate da parte del CT Maradona: se Higuain ha mostrato di essere un attaccante di ottimo livello, Milito avrebbe certamente garantito alla fase offensiva quel punto di riferimento che in tante occasioni è mancato alla manovra argentina. I limiti della nazionale sudamericana sono stati evidenti anche in fase difensiva: per quanto capaci i convocati dell’ex “Pibe de Oro”, due come Cambiasso e Zanetti avrebbero potuto sicuramente rendere più compatto un reparto arretrato che è colato a picco sotto i colpi dell’attacco tedesco, privo anche di una pedina fondamentale come Samuel.

Oltre ai demeriti dell’Argentina, vanno sottolineati anche i meriti dei tedeschi: fino ad ora, infatti, è la nazionale ad aver segnato più gol in tutto il mondiale, subendone solo 2, ed esprimendo un calcio divertente e piacevole. Se poi consideriamo l’età media della nazionale, composta da diversi elementi di età inferiore ai 25 anni, il quadro è ancora più impressionante.

Concludo con una curiosità: il celebre cantante Mick Jagger, dopo aver sostenuto per Stati Uniti, Inghilterra e Brasile, puntualmente eliminate dopo le dichiarazioni della star dei Rolling Stones, ha dichiarato in mattinata di simpatizzare per l’Argentina. La conseguenza è stata la sonora sconfitta della nazionale sudamericana: chi sarà la prossima vittima di Jagger?

Paraguay-Spagna 0-1

Le Furie Rosse in semifinale grazie ad un gol di David Villa
La Spagna si qualifica per la semifinale dei Mondiali in Sudafrica battendo il Paraguay 1-0 con una rete all'83' di David Villa.Inizio e Spagna avanti, ma il Paraguay difende alto e non concede spazi. Ci prova Xavi, poi gol annullato a Valdez. Ripresa, e al 58', nel giro di un 1', un rigore per parte: Cardozo e Xabi Alonso si fanno parare i penalty. All'83' gol del solito David Villa che riprende una respinta del palo su tiro di Busquets.

Povero Ghana, sogno infranto a undici metri dalla storia

Gyan fallisce un rigore al 120', Muslera para due penalty e lancia l'Uruguay in semifinale
Le lacrime di Gyan, i riflessi di Muslera, il cucchiaio di Abreu: Uruguay-Ghana è stata questo e molto altro. Soprattutto, un rigore sbagliato dall’infallibile Asamoah Gyan, prima della lotteria dei rigori. E così, a distanza di 40 anni, gli uruguagi tornano in semifinale. Il Ghana sarebbe stata la prima africana in assoluto. Ha sfiorato l’impresa, sbalzato da cavallo sul più bello, con il tesoro di un penalty all’ultimo palpito dell’ultimo supplementare. Il destino, chissà perché, si è voltato dall’altra parte: eppure Blatter lo aveva «convocato».

Entrare o tornare nella storia ha un prezzo: la tensione. Rajevac deve rinunciare alle bollicine di Andre Ayew, squalificato. Il Ghana lascia il centro del ring all’Uruguay, squadra che, per spirito e tradizione, sa adattarsi a ogni tipo di panorama. Tabarez ha scelto un 4-2-2-2 tendente al 4-4-2, con Alvaro Fernandez e Cavani larghi, Suarez e Forlan centrali. Sin dalle scaramucce introduttive, gli eventuali supplementari non vengono vissuti come uno spettro ma come uno snodo. Muntari e Inkoom si scambiano sinistra e destra, Gyan è il perno avanzato di una manovra che fatica a svilupparsi, viste le coperture degli avversari. Victorino e Lugano si occupano delle tende, Perez e Arevalo dei rifornimenti. I ghanesi piazzano Annan di sentinella davanti alla maginot, arredata con gli «armadi» di Mensah e Vorsah.

L’avvio è di Forlan & Suarez; il seguito, un fritto misto. Tyson-Kingson salva d’istinto su Mensah, sorpreso da una sponda di Cavani, e pizzica una staffilata di Suarez. L’infortunio di Lugano, avvicendato da Scotti, toglie qualcosa alle geometrie della Celeste. Piano piano, il Ghana guadagna metri, fiducia, profondità. Sequestra il centrocampo, spinge indietro Perez e Arevalo. Inkoom si fa un mazzo così, Kevin Prince Boateng non coglie l’attimo, ma ci prova spesso, Vorsah di testa e Gyan di destro fanno capire che il vento sta cambiando. E’ il 2’ di recupero, quando cambia del tutto. Muntari - proprio lui, il ribelle che aveva rotto con il ct Rajevac - trasforma un pallone vagante in una fucilata così sghemba e contorta da «uccellare» Muslera, un portiere che ogni tanto si dimette dal ruolo.

Alla ripresa, Tabarez licenzia A. Fernandez, tutto fumo, e sguinzaglia Lodeiro. La sfida si consegna a un copione che i duellanti recitano con una frenesia che, spesso, ne macchia i sentieri e le traiettorie. Portiere ci cova, però. Kingson, stavolta. I suoi radar non intercettano una punizione, tutt’altro che irresistibile, di Forlan. Un tuono improvviso, a tasso agevolato, come la saetta di Muntari. Acque agitate, adesso, con Muslera che si oppone a Gyan. Forlan ha una marcia in più, Suarez una in meno. Si è tornati al sostanziale e polveroso equilibrio di inizio partita, con le fasce intasate e la caccia grossa a un episodio, a un errore. Kingson si riscatta su Suarez, Appiah subentra al generoso e spompato Inkoom, Abreu avvicenda un Cavani periferico (non solo per colpa sua). Spreca in contropiede, l’Uruguay, mentre il Ghana bivacca e vivacchia: ha già nelle gambe i supplementari con gli Stati Uniti, e dovrà cavalcarne altri.

La staffetta Muntari-Adiyiah appartiene ai trucchi nascosti e disperati dei capitani di ventura. Tutto ciò che succede dopo il 90’, è forza di volontà e volontà di sopravvivenza. Gli eroi sono stanchi e il destino amletico. Lascia fare, lascia dire. Non si espone. Uno spiovente di qua, un campanile di là. Gyan zoppica, Forlan boccheggia, Sarpei s’immola. Ci sarebbe un penalty su Abreu, ma l’arbitro si astiene. Viceversa, dopo un’incornatona di Boateng, Benquerença non può esimersi dall’assegnarne uno, solare, al Ghana: bolgia dantesca, testa di Adiyiah, parata di Suarez, espulso, e, dal dischetto, traversa di Gyan. Non c’è più tempo: dal rigore ai rigori. Sarà Muslera, non Ghana.

Brasile, processo a Dunga Festa in Olanda: "Ci crediamo"

Il c.t verdeoro e Felipe Melo i principali indiziati del k.o.. Gerson: "Dunga non aveva la capacità di passare nemmeno davanti alla porta della Seleçao". Ronaldo: "Meglio che Felipe Melo non faccia le vacanze in Brasile". Invece i siti olandesi sono in estasi: "Solo due vittorie dividono il c.t. Bert van Marwijk dalla sua missione: diventare campioni del mondo". E ancora: "Finalmente affrancati dalla Sindrome Brasile"
In Brasile il processo è già iniziato. Subito dopo l'eliminazione si scelgono i principali colpevoli. Il primo a sedersi sul banco degli imputati è lo juventino Felipe Melo, autore di un autogol e poi espulso per l'ennesimo intervento violento. L'altro grande reo è il c.t. Dunga, accusato di non avere dato uno stile genuinamente brasiliano alla Seleção e non avere chiamato fuoriclasse come Ronaldinho.
JÚLIO CÉSAR SCONVOLTO — Primo a parlare alla Rete Globo dopo la sconfitta con l'Olanda, è stato Júlio César. In lacrime, il portiere interista ha assunto le colpe nel gol che ha messo il risultato in parità: "Io e Felipe Melo non ci siamo coordinati. Ho sbagliato. Il primo gol dell'Olanda è stato un grande colpo per la squadra. Offro la mia faccia agli schiaffi. Il gruppo era molto fiducioso nell'hexa (sesto titolo mondiale, ndr). Nessuno aspettava questo risultato, ma nel calcio queste cose capitano. La nazionale entra alle competizoni solo per vincere. Ma dobbiamo uscire a testa alta".

NERVI TESI — "Ma ci sarà un giorno in cui Felipe Melo non perderà la testa?", si chiedeva durante la trasmissione Galvão Bueno, telecronista di Rete Globo. "Questa gara sembra molto quella tra Olanda-Brasile del 1974. Nervi tesi, violenze e espulsione", ricordava Paulo Vinícius Coelho, commentatore di ESPN Brasil. Nel Mondiale 1974 l'Olanda aveva vinto 2-0 con l'espulsione di Luís Pereira, difensore del Brasile. "Faccio le mie scuse a tutti, non per l'espulsione bensì per il nostro fiasco", ha detto Felipe Melo che ha considerato l'espulsione ingiusta. "Non è facile telefonare a casa e sentire mio figlio piangendo", si lamentava.

RONALDO per FELIPE MELO — Assente dalla nazionale dal Mondiale 2006, Ronaldo ha dato un consiglio al centrocampista bianconero: "Felipe Melo non deve passare le vacanze in Brasile", ha scritto su Twitter, aggiungendo: "Agli amici la mia solidarietà in questo momento difficile. Voi siete guerrieri. Il 2014 (quando il Brasile ospíterà il Mondiale, ndr.) arriva subito. Faremo una grande Coppa qui!".
FUORI DUNGA — "Sembrava che tutto era già scritto", ha detto Gérson, centrocampista campione mondiale per il Brasile nel 1970, a Radio Globo. "La colpa però non è dei giocatori bensì di chi li ha scelti. Dunga non aveva capacità nemmeno per passare davanti alla porta della Seleção. Mi ero persino stupito col lancio di Felipe Melo nell'azione del gol brasiliano. Lui di solito non sa fare queste cose. L'Olanda è certamente una buona squadra ma niente eccezionale. Dunga e Jorginho non vedono nulla. Qual è il sistema tattico della nazionale brasliana? Nessuno. Quali sono le sue variazioni? Nessuna perché non c'è schema. Come mai si lascia fuori Ronaldinho? Lui è festaiolo, vagabondo? Non importa. Quel che conta è che sappia giocare. Non stava bene nel Milan? Dunga non è allenatore nemmeno per squadre di bottoni".

FALCÃO — Eroe dello scudetto romanista 1982-83, Paulo Roberto Falcão, commentatore di TV Globo, riconosceva la superiorità degli arancioni: "Dopo un buon primo tempo la Seleção ha calato i ritmi. Alla ripresa l'Olanda è stata il Brasile del primo tempo e viceversa. Nei primi 45' era stato il migliore Brasile di questo Mondiale". Caio, ex attaccante di Inter e Napoli negli anni '90, affermava senza dubbi nella stessa emittente: "Il Brasile ha perso con una squadra che era migliore. Dobbiamo riconoscere la superiorità olandese. Il Brasile è una formazione di molta marcatura e poca creatività. E il calcio non è solo traspirazione, sudore".
CONSOLE OLANDESE FERITO — Come sempre accade nei mondiali, il Brasile si ferma per vedere la Seleção. Scuole chiudono, lavoratori si fermano per la partita, negozi abbassano le saracinesche, le folle si riuniscono sulle strade per tifare. Lo schermo gigante sistemato sulla spiaggia di Copacabana era il punto centrale della torcida. E proprio al Leme, vicino a Copacabana, il console olandese Paul Comenencia è stato vitttima di un petardo. Per fortuna il diplomatico è stato solo ferito a una mano, ma non è grave. Comenencia vedeva la partita con amici e parenti sull'attico di un albergo, il petardo che l'ha colpito è partito da un palazzo vicino, ma il console ha preferito non presentare alcuna denuncia alla polizia: "È stato soltanto un piccolo incidente". Ma per i brasiliani la sconfitta è un grande disastro.
IN OLANDA — Ben altra musica in olanda, dove tutte le testate usano toni estasiati per descrivere i miracolosi Oranje, euforia temperata da un sano buon senso calvinista. Ecco i titoli de principali quotidiani sui siti online. “Il miracolo di Port Elizabeth: l’Olanda elimina il Brasile e raggiunge la semifinale. Finalmente gli Oranje si sono affrancati dalla Sindrome Brasile. Solo due vittorie dividono il c.t. Bert van Marwijk dalla sua missione: diventare campioni del mondo” (De Telegraaf). “Gli Oranje sorprendono il Brasile: è semifinale! Al Mondiale l’Olanda con una partita scintillante tiene fuori dalle semifinali, la squadra favorita. Gli uomini di Bert van Marwijk hanno trionfato con un 2-1. Gli olandesi festeggiano ovunque tuffandosi nelle fontane e strombazzando per il centro delle grandi città” (NOS sito della tv nazionale). “Gli Oranje interrompono la serie positiva del Brasile. Una vittoria unica: i 5 volte campioni del mondo erano imbattuti da 42 partite nei gironi finali ai mondiali fuori dall’Europa. L’ultima sconfitta della Seleção fuori Europa risale alla finale con l’Uruguay persa per 2-1a Rio de Janeiro" (Voetbal International). "Gli Oranje ora possono credere nella vittoria mondiale. L’Olanda si è piazzata ai quarti di finale sconfiggendo il Brasile. In una partita intensa ed estremamente emozionante gli Oranje hanno vinto 2-1, dopo essere stati in svantaggio alla fine del primo tempo” (Sportwereld). “Dopo Olanda-Brasile la Piazza dei Musei ad Amsterdam è impazzita: tutti ballavano, cantando e battendo le mani sulle note di “Brasil, na, na, na. I tifosi Oranje esultavano e non finivano di soffiare dentro le loro vuvuzela arancioni. Il centro storico della capitale è elettrizzato dalla straordinaria vittoria sul Brasile”

Shakira - Waka Waka

Zakumi

Zakumi
La Mascotte della FIFA World Cup 2010