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Luci e ombre sui Mondiali 2010
Manca ormai solo poco più di un mese all’attesissimo inizio dei mondiali di calcio Sudafrica 2010, primo storico appuntamento per una nazione africana.
Negli ultimi mesi, i tanti dubbi riguardo l’organizzazione sembravano essere scivolati via come l’olio eppure, a circa 50 giorni dall’inizio del mondiale gli interrogativi sono ancora tanti: nel mirino della FIFA il ritardo nei piani di sicurezza di diversi centri sportivi, che dovranno ospitare le più importanti nazionali del torneo.
Anche le minacce di Al Qaeda spaventano il mondo occidentale: al centro del mirino, il match tra Stati Uniti e Inghilterra, ma anche i ritiri di Italia, Francia e Germania. Al di là della delicata situazione socio-politica, tutti si augurano ovviamente che si parlerà solo di calcio giocato: le grandi favorite su tutti Brasile, Spagna e Inghilterra . Tra gli esclusi di Dunga, potrebbero esserci nomi illustri. Ronaldinho potrebbe essere la sorpresa dell’ultimo momento, decisamente in calo le quotazioni di Pato e dell’ex interista Adriano. Nei 23 convocati di Fabio Capello mancherà invece di certo l’infortunato David Beckham, dopo la rottura del tendine d’achille in Milan-Chievo. Per quanto riguarda gli spagnoli Torres e Fabregas non dovrebbero mancare nonostante la recente operazione al ginocchio destro per el nino e l’infortunio alla caviglia per il centrocampista dell’Arsenal. Molto attese anche Germania e Argentina: Maradona potrà contare sul fenomeno Lionel Messi e su un Carlos Tevez scatenato, concedendosi il lusso di lasciare a casa il capitano nerazzurro Javier Zanetti e forse anche il Principe, Diego Milito. Italia e Francia sono invece il grande punto di domanda di questa competizione; per gli azzurri, campioni del mondo uscenti, ancora dubbi in attacco: Marcello Lippi deve decidere se portare con la squadra in Sud Africa il milanista Marco Borriello o il sampdoriano Giampaolo Pazzini. Assenti sicuri, nonostante le pressioni mediatiche sul ct azzurro, Mario Balotelli e Antonio Cassano. Problemi giudiziari invece per la Francia che vede tre dei suoi campioni, Ribery, Govou e Benzema, coinvolti in un inchiesta riguardo un giro di prostituzione minorile. Calcio d’inizio, l’11 giugno, quando i Bafana Bafana, padroni di casa , affronteranno il Messico e, qualche ora più tardi, la Francia giocherà la sua prima partita con l’Uruguay.
Mondiali; FIFA: ci sono ancora biglietti per 27 partite
Presentato JO'BULANI, pallone della finale
Un pallone esclusivamente per la finale.
Promo animato di Zakumi - Mascotte Sudafrica 2010
L'ideatore di Zakumi è Andries Odendaal e nome è composto dai suoni "Za", acronimo per "Sudafrica" in afrikaans, e "Kumi", che significa "dieci" in vari dialetti locali.
Shakira canterà "Time for Africa", l'inno ufficiale dei Mondiali Sudafrica 2010
Sarà il tormentone che accompagnerà tutti i Mondiali in programma in Sudafrica dal prossimo 11 Giugno e molto probabilmente tutta l'estate. Il brano si chiama "Time for Africa" ed è cantanto da Shakira. Il singolo inciso dalla pop star colombiana, con l'accompagnamento della band sudafricana dei Freshlyground, sarà lanciato dalle radio internazionali la prossima settimana e sarà scaricabile dal sito della popstar o da ITunes a partire dal prossimo 26 aprile. Shakira sarà dunque presente alla cerimonia inaugurale di Soweto il 10 giugno sia prima della finale dell'evento.
Mondiali 2010, rose preliminari con 30 giocatori entro 11 maggio
Amauri, rincorsa azzurra - Sogna da vice Gilardino
Il centravanti della Juventus sogna un posto in Nazionale in prospettiva Sudafrica, ma la concorrenza per un posto da vice Gilardino è agguerrita: Pazzini, Borriello e Toni adesso stanno giocando meglio di lui. Sarà decisiva la volata di campionato
Amauri è diventano italiano, dunque. In un giorno simbolico, quello del 62° compleanno di Lippi, il c.t. che adesso dovrà decidere se portarlo o meno in Sudafrica. E a due mesi dal Mondiale: proprio oggi mancano 60 giorni tondi tondi, due mesi, al fischio d'inizio.
amauri, le prospettive — Il centravanti della Juventus ha scelto l'Italia quando poteva lottare per una convocazione per il Brasile. E questo gli garantisce un'apertura di credito da parte di Lippi, che non si era certo limitato a fare lo spettatore interessato in occasione della scelta del giocatore. Però la situazione è cambiata dall'inizio dell'iter burocratico che si è concluso oggi. In peggio. Colpa del rendimento del brasiliano, che in questa stagione ha segnato soltanto 7 reti (5 in campionato, 2 in Europa League) in 37 partite, poco in assoluto, pochissimo se queste cifre vengono paragonate a quelle dei suoi concorrenti in azzurro: anzitutto Borriello e Pazzini. Amauri ha ancora 5 partite, quelle di fine campionato, cui aggrapparsi per rianimare le sue speranze azzurre: Lippi lo tiene d'occhio, ma probabilmente servirebbe un exploit immaginifico per guadagnare in extremis un posto sull'aereo con rotta per il primo Mondiale africano della storia. Un primo indizio ce lo darà lo stage in programma dal 3 al 5 maggio, seguito poi dalla lista di convocati non vincolanti entro l'11 maggio e antipasto del ritiro del Sestriere dal 25 maggio. Il primo giugno, poi, le convocazioni definitive. Il debutto iridato azzurro è datato 14 giugno, contro il Paraguay.
attacco: c'è la fila — Gilardino, per quello che ha fatto nelle qualificazioni mondiali, è sicuro convocato e probabile titolare. Iaquinta si propone come possibile alternativa, ma anche come eventuale partner d'attacco del Gila. L'attaccante della Juventus garantisce duttilità tattica e caratteristiche peculiari, con la sua capacità di andare negli spazi e di galoppare in contropiede. Lippi lo ha osservato rientrare da protagonista dopo una stagione che lo ha visto più in infermeria che in campo (13 presenze, 4 gol). Ma il c.t. ha sempre detto di non essere preoccupato degli infortunati di metà stagione, che, anzi, secondo lui saranno più freschi in prospettiva Sudafrica. Iaquinta, che ieri contro il Cagliari ha dimostrato di essere ancora lontano dalla miglior condizione, avrà dunque tutto il tempo per trovare la migliore forma. Al Mondiale - se sta bene - ci sarà. E quindi, verosimilmente, resta un altro posto da attaccante centrale da assegnare, considerando che due posti da seconda punta (e uno è già opzionato dal capocannoniere del campionato Di Natale) Lippi li riserverà, appunto, a attaccanti di movimento: la lotta è tra Rossi e Quagliarella, con le wild card Balotelli, Cassano e Miccoli più suggestioni che ipotesi concrete, al momento. Totti è l'outsider: dipende tuto da come starà fisicamente tra un mese, e da quanta voglia avrà di rimettersi in discussione per un'altra avventura mondiale, stavolta senza garanzie di posto fisso.
vicegilardino — Dunque restano in corsa in 4 per un posto in rosa da puro vice-Gilardino, a meno che Lippi decida di portare 6 attaccanti, sacrificando un centrocampista di fascia, e ad oggi sembra improbabile. Amauri per adesso è in seconda fila, se la deve vedere con Pazzini, protagonista nelle qualificazioni mondiali, Borriello, convocato da Lippi per l'ultima uscita in ordine cronologico, il pareggio a Montecarlo con il Camerun, e Toni, rilanciato dalla Roma protagonista della volata scudetto. Pazzini guarda tutti dall'alto se ne facciamo una questione di inserimento consolidato nell'ultimo gruppo azzurro, ma anche una questione statistica con i suoi 14 gol (con due soli rigori) in campionato. Una lunghezza più indietro, a quota 13, insegue Borriello (un rigore). Il fatto che il c.t. lo abbia voluto provare da titolare in amichevole è un segnale di interesse reale, tangibile, per il milanista. Toni è finora rimasto fuori dal gruppo che si è guadagnato il pass per il Sudafrica, ma si sa quanto Lippi lo stimi, considerando che in Germania era il titolare, e in campionato ha segnato 5 volte come Amauri, ma in uno spicchio di campionato, dopo la conclusione dell'avventura al Bayern Monaco.
Viaggio alla scoperta degli stadi mondiali
Partenza dall'Ellis Park e arrivo a Soccer City, i due stadi di Johannesburg. Tra questi, quasi 5 mila chilometri on the road e la visita anche delle altre otto arene che ospiteranno la Coppa del Mondo di calcio 2010, dal profondo Nord di Polokwane agli oceani di Cape Town passando per Pretoria e le miniere di Rustenburg, Nelspruit e Bloemfontain, il mare di Port Elisabeth e Durban. Dai segreti degli impianti ai colori delle città, dall'incanto della savana al dramma della povertà, la Gazzetta (nelle pagine del quotidiano e nei video del sito) ha girato - con la collaborazione di Hyundai - tutto il Sudafrica per raccontare la vigilia mondiale di un Paese unico al mondo per conflitti razziali, slanci naturalistici e smania di calcio.
prima tappa JOHANNESBURG — Sivewright Avenue è la strada che divide il Sudafrica di ieri da quello di domani. Al di qua del lungo viale alberato c’è il confine, via più via meno, di Hillbrow, l’ex cuore pulsante della capitale economica e finanziaria del Paese dell’Arcobaleno. Dall’altra c’è l’Ellis Park, il tempio del rugby — celebrato di recente dal film Invictus di Clint Eastwood — che nel 1995 ospitò la storica finale del Mondiale vinta dagli Springboks contro gli All Blacks. E la Webb Ellis Cup consegnata a capitan Francois Pienaar direttamente da Nelson Mandela.
Addio al business — A nord di Sivewright c’è, o meglio, c’era il Central Business District, una vera e propria downtown, che in realtà, se osservata a distanza, regala ancora oggi l’immagine di uno skyline moderno, newyorchese. Perché, invece, attraversandola prima che alle cinque del pomeriggio i negozi chiudano e le ampie strade si svuotino, Hillbrow è tutt’altra cosa. I grattacieli di vetro non luccicano più, abbandonati ormai da più di dieci anni da banche, assicurazioni o studi professionali. Si sono trasferiti tutti, Borsa compresa, una trentina di chilometri a Nord, a Sandton, diventata l’area più ricca del Sudafrica per reddito pro capite. Lì ormai c’è tutto: affari e centri commerciali, case (da borghesi a molto esclusive) e infrastrutture. Manca solo la linea ferroviaria dell’alta velocità (160 km all’ora la punta massima) che deve collegarla a Pretoria e all’aeroporto di Johannesburg. Doveva essere ultimata per il Mondiale, ma non sarà così. A Sandton e dintorni si vedono in giro solo bianchi o coloured "coconuts", così chiamati dagli altri neri, quelli delle township, perché sono come le noci di cocco: neri fuori e bianchi dentro, cioè illuminati come inglesi o afrikaneer sulla strada del lusso, dalle auto ai vestiti. Nell’ex downtown, dopo essersi alzati anche alle 4 per arrivare in centro in tempo, girano e si vedono solo neri: ed è così in tutte le altre città tranne Cape Town, che è rappresentativa del Sudafrica quanto New York può esserlo degli Stati Uniti.
Spogliatoi tristi — Oltre Sivewright Avenue, ecco l’Ellis Park, che il 24 giugno ospiterà Italia-Slovacchia. Si presenta infiocchettato e in gran forma come il suo catino da 62 mila spettatori. Ma anche in questo caso la visita all’interno dell’impianto, inaugurato nel 1928 e poi ricostruito completamente nell’82, consegna un’altra verità: di tutti e dieci gli stadi della Coppa, nessuno ha spogliatoi piccoli, spartani e fondamentalmente un po’ tristi come questi. Idem la zona delle cabine per i giornalisti tv, dove ancora oggi le targhette "english" e "afrikaans" altro non sono che una scritta fatta con il pennarello su un pezzo di scotch posticcio. Lo stadio più amato da Nelson Mandela avrebbe meritato qualcosa di meglio.
Sudafrica 2010, al Qaida vuol colpire gli azzurri
Il gruppo terroristico di al Qaida nel Maghreb islamico vorrebbe colpire la nazionale di calcio italiana. Nel mirino anche Usa, Inghilterra, Francia e Germania. Frattini: "Non sia un'altra Monaco '72". La Figc: "Avvertiti dal Viminale". Gli 007: "Niente minacce specifiche"
Algeri - Un grave allarme sicurezza rischia di rovinare le ultime settimane di attesa prima dell'inizio dell'evento più atteso, nel mondo, da tutti gli amanti del calcio: i Mondiali che si svolgeranno in Sudafrica nel prossimo giugno. Il gruppo terroristico di al Qaida nel Maghreb islamico ha minacciato di colpire la nazionale di calcio italiana. La minaccia è contenuta in un articolo pubblicato sull’ultimo numero della rivista online di al Qaida nel Maghreb islamico dal titolo "Mushtaqun al Janna".La minaccia sul web "Si avvicinano i campionati mondiali di calcio - si legge nell’articolo firmato dall’algerino Muhammad al Salafi - e fervono i preparativi per ospitare le nazionali e tra loro ci sono anche quelle dei paesi che stanno conducendo una campagna crociata contro l’Islam". I terroristi sottolineano come l’evento rappresenti una grossa occasione a livello mediatico per al Qaida perché "i campionati sono seguiti dai telespettatori di tutto il mondo e trasmessi da decine di emittenti. In un solo momento tutto il mondo potrà venire a conoscenza delle sofferenze dei bambini musulmani e delle nostre donne attraverso i nostri attentati".
La Figc: informati dal Viminale "Siamo stati avvisati ufficialmente stamani dell’esistenza di queste minacce. Di più non posso dire": così Antonello Valentini, dg della Figc. "In questo campo, di noi si occupa il ministero, siamo in ottime mani", ha aggiunto il dirigente della Federcalcio. Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, questa mattina ha sentito telefonicamente il presidente della Figc. Il Viminale vaglia attentamente tutti i segnali e i possibili rischi ma al momento "nessun allarmismo".
Frattini: "Non sia un'altra Monaco" "Il mondo non tollererebbe una nuova Monaco". Lo ha affermato il ministro degli Esteri Franco Frattini attraverso la sua pagina personale su Facebook commentando l’ultimo messaggio di al Qaida in cui minaccia di compiere attentati durante i Mondiali di calcio. "Il mondo non tollererebbe una nuova Monaco, la pace che lo spirito olimpico ha affermato ed imposto, di nuovo violata e insanguinata" ha scritto il titolare della Farnesina. "Non lo tollererebbe l'Africa che cerca in questi mondiali di calcio una conferma di una promessa di opportunità e di sviluppo. Non lo tollererebbero tutti coloro che nel mondo guardano allo sport come al campo della pace e della conciliazione e che si battono per la democrazia e le libertà".
L'intelligence: niente minacce specifiche Ma secondo i servizi segreti italiani non ci sarebbe alcuna minaccia specifica che riguarda la delegazione azzurra. Gli 007 fanno notare che l'articolo sul web va letto più come propaganda che come minaccia concreta. Ma l’attenzione resta alta.
Gli altri possibili attentati Sul sito si parla poi degli altri incontri di calcio durante i quali eseguire gli attentati. "Che sorpresa sarà quando in un incontro tra Stati Uniti e Inghilterra trasmesso in diretta si sentirà in uno stadio pieno di spettatori il rumore di un’esplosione e ci saranno decine o centinaia di cadaveri". La partita a cui si fa riferimento è in programma allo stadio di Rustenburg il 12 giugno.
Il governo sudafricano
"Il terrorismo è uno dei mali principali del mondo di oggi", ha detto il Ministro sudafricano per la Sicurezza, Nathi Mthethwa. "I terroristi sono preparati per uccidere tanta gente innocente. Noi non lo permetteremo", ha aggiunto. Il governo del Sudafrica, messo in allarme da questa situazione, ha annunciato che le sue forze di sicurezza hanno già sventato un complotto di al Qaida per la realizzazione di un attentato durante la competizione. La polizia locale è comunque in allerta da tempo e svolge regolarmente esercitazioni, simulando attacchi chimici, biologici e radioattivi. Gli ospedali hanno dei piani per affrontare attentati che provochino un gran numero di vittime, ed agenti dell’intelligence sudafricana sono in contatto con i colleghi di tutto il mondo.
I problemi interni
Il ministro sudafricano ha anche parlato di altri problemi interni che affliggono il paese. Alcuni giorni fa, Eugene Terreblanche, leader bianco del partito di estrema destra Afrikaner Weerstands-Beweging, è stato assassinato da due persone di colore, fatto che ha riaperto le tensioni razziali. "È un episodio isolato. Il Mondiale sarà per tutti, bianchi e neri", ha aggiunto Mthetwa.
L'Inghilterra trema per Rooney - Ma il Mondiale non è a rischio
La risonanza magnetica all'attaccante del Manchester United e della nazionale di Capello, uscito contro il Bayern dopo essersi infortunato alla caviglia, ha evidenziato una distorsione, ma senza interessamento dei legamenti. Dalle 2 alle 4 settimane di stop: può rientrare per l'eventuale finale di Champions e in tempo per il Sudafrica
Una caviglia che fa crack e il sogno di una nazione appeso all’esito della risonanza magnetica che oggi dirà se Wayne Rooney ha danneggiato in modo grave oppure no quel "maledetto" piede destro, lo stesso che si ruppe quattro anni fa e che gli costò la preparazione per il Mondiale di Germania. Le notizie arrivate nel pomeriggio sono però positive: l'Inghilterra e Capello possono tirare un sospiro di sollievo.
ADDIO SOGNO MONDIALE? — Non a caso, i giornali d’Oltremanica dedicano le loro cover all’infortunio dell’attaccante più che alla sconfitta del Manchester United contro il Bayern Monaco nell’andata dei quarti di Champions League, perché quelle immagini di Roo che esce in stampelle dall’Allianz Arena, la caviglia imbragata in un tutore senza nemmeno riuscire ad appoggiare il piede a terra (vedi il sito dello United) sono un colpo al cuore per un paese che già si vedeva con almeno mezza Coppa del Mondo in bacheca dopo 44 anni di attesa. Tanto è vero che, come riporta il Sun, i bookmaker hanno subito cambiato le quote sulla vittoria inglese in Sudafrica da 5 a 1 a 6 a 1. Un ritocco tutto sommato minimo, a conferma che c’è comunque un cauto ottimismo sulle condizioni dell’attaccante. Di certo, se Rooney non dovesse partecipare ai Mondiali sarebbe “il peggior incubo possibile”, per dirla come il Times, ma per ora questa è solo un’ipotesi, per quanto terribile, perché prima di iniziare a smoccolare contro la sfortuna che sembra accanirsi contro l’Inghilterra (pensiamo anche a David Beckham e al suo tendine d’Achille) è meglio aspettare l’esito degli esami specialistici previsti per oggi.
FERGUSON OTTIMISTA — E un invito a pensare positivo è arrivato anche da Sir Alex Ferguson subito dopo la partita. “Rooney si è fatto male alla caviglia – ha spiegato il tecnico dello United - ma è troppo presto per dire come sta, lo sapremo domani (oggi, ndr). Non credo che sia tanto serio”. In effetti, stando alla prima diagnosi, potrebbe trattarsi solo di una distorsione, ma il pericolo paventato da molti è che ci sia un possibile danno ai legamenti, che significherebbe per Rooney dover star fuori dai giochi per qualche mese, saltando così molto più che la sfida di sabato dell’Old Trafford contro il Chelsea e il ritorno di Champions League contro i tedeschi di mercoledì prossimo, ovvero i due obiettivi più ravvicinati e che per il momento sembrano in forte dubbio. “Vi prego, non lasciate che questo sia il momento in cui è morto il sogno mondiale inglese”, chiosa il Daily Mail sotto il titolone d’apertura, a corredo della foto di Roo a terra e dolorante, la caviglia stretta in una mano. Una preghiera che da ieri sera dall’altra parte della Manica recitano in molti, Fabio Capello in testa.
LE ULTIME: SOLLIEVO MONDIALE — Rooney sarà infatti assente dai campi di gioco dalle due alle quattro settimane, secondo quanto afferma Sky Sport. Gli esami avrebbero accertato una distorsione, ma senza interessamento dei legamenti, precisa il canale sportivo britannico. Rooney dovrà comunque sottoporsi domani ad ulteriori esami per avere la conferma di questa diagnosi. Che priverebbe il Manchester del suo attaccante più prolifico per sette gare, compresa un'eventuale semifinale di Champions, ma non metterebbe a rischio la sua partecipazione al Mondiale in Sudafrica, in cui l'Inghilterra debutterà il 12 giugno contro gli Stati Uniti.