I mondiali di calcio del 2010 si svolgeranno in Sudafrica e avranno inizio l’11 giugno.
Secondo la tradizione la partita inaugurale vedrà in campo la squadra di casa, per il girone A: alle 16:00 al Soccer City Stadium di Johannesburg infatti si affronteranno Sudafrica e Messico.La finale sarà l’11 di luglio al FNB Stadium sempre a Johannesburg. La formula di gioco vedrà affrontarsi 32 squadre che, suddivise in 8 gironi da 4 squadre ciascuna, si contenderanno il passaggio agli ottavi di finali: passeranno il turno le prime due di ogni girone.
L'Italia farà il suo esordio il 14 giugno, sfidando il Paraguay a Città del Capo.

Spagna meraviglia, addio Portogallo

Ancora decisivo gol in fuorigioco
La Spagna si sbarazza del Portogallo, tenuto in vita dal suo portiere, Eduardo, e guadagna i quarti di finale del Mondiale, le colonne d’Ercole dalle quali non è mai tornata. Hanno risolto il rasoio di David Villa, al quarto gol in quattro partite, e la bandiera distratta di un assistente: era fuorigioco. L’episodio sporca il risultato, non i meriti dei campioni d’Europa. Villa è stato l’unico tenore all’altezza della fama e delle ambizioni. Male Fernando Torres - il cui sacrificio ha, paradossalmente, stuzzicato l’appetito della Signorina - malissimo Cristiano Ronaldo. Da un derby tra raffinati cesellatori e attendisti seriali, difficile che potesse uscire un incontro di sumo. Al massimo, un barile di camomilla. Ci siamo andati vicino.
La Spagna si alza dai blocchi come un’ossessa, tre tiri in sette minuti, due di Villa e uno di Torres, tutti parati da Eduardo. Dopodiché, si dedica a uno sterile «passing game». Il Portogallo non si scompone, Raul Meireles e Pepe lo tengono incollato al tamburello, e se Fabio Coentrao, 22 anni, è l’acceleratore, il navigatore si può dire che sia Tiago. Durerà un tempo. Cristiano e Simao si incrociano e si scambiano, Hugo Almeida balla coi tori, da solo. Del Bosque, lui, chiede a Villa e Torres di allargarsi, in modo da agevolare i tagli di Iniesta e compagnia. Una sventola di Tiago, deviata a fatica, una punizione di Cristiano Ronaldo, non trattenuta, e un’incornata di Hugo Almeida raccontano che non si gioca da una parte sola. Porta palla, la Spagna, non con il nitore e la rapidità che servirebbero. Xavi, Busquets e Xabi Alonso sono accerchiati.
Le difese, con le coperte tirate fino al collo, non tollerano intrusi. Ecco uno stacco di Tiago, una sgommata di Cristiano, una cartolina di Xavi. L’ordalia è un abbraccio fra madre e figlio, ma chi è la madre e chi il figlio? Alla ripresa, i duellanti continuano a sbirciarsi, a temersi. Capisco tenere larghi Torres e Villa, non così, però, soprattutto se Iniesta gira in folle e a Xavi manca la magia dell’ultimo tocco: mi smentirà, clamorosamente. I portoghesi aspettano e ripartono. Come Hugo Almeida, sul cui cross Puyol rischia una grottesca autorete. Il possesso palla degli spagnoli non garantisce né profondità né poligoni di tiro, la staffetta Torres-Llorente è un segnale, non altrettanto il cambio fra Hugo Almeida e Danny. Sarà un caso, ma Llorente si pianta nel cuore dell’attacco e, di testa, spreme subito un mezzo miracolo da Eduardo. Poi Villa, a fil di montante.
Hanno cambiato marcia, le furie. Il gol appartiene all’argenteria di famiglia e ai capricci del destino, passaggi nello stretto fino al tacco di Xavi per David Villa: Eduardo ne rintuzza il primo dardo, non il secondo. Fuorigioco, strilleranno le moviole. L’episodio spinge la squadra di Queiroz a un approccio aggressivo che non ha nelle corde. La prateria che si spalanca davanti all’arrembante Sergio Ramos ne costituisce la logica, e letale, conseguenza. Eduardo si supera, letteralmente. Queiroz richiama Pepe e Simao, dentro Pedro Mendes e Liedson. La Spagna governa, e Villa continua a «bombardare» Eduardo. In compenso, Tiago torna Tiago, Fabio Coentrao non ne ha più e Cristiano Ronaldo s’imbosca chissà dove. Un disertore. I portoghesi hanno retto un tempo. Non che gli avversari abbiano combinato sfracelli ma loro, nella ripresa, manco un tiro, manco un guizzo.
Cruciale, nell’economia della sfida, l’ingresso di Llorente, pericoloso anche nel finale su invito di Villa, tolto da Del Bosque un attimo prima che il serafico Baldassi cacciasse Ricardo Costa, colpevole di aver «sbracciato» Capdevila. Spagna-Paraguay, dunque. A Città del Capo ha vinto chi ha giocato, o almeno ha tentato di farlo, sino in fondo. Troppo comodo sedersi sulla riva del fiume e, dopo un po’, sparire.

Paraguay, storica prima volta I rigori bocciano il Giappone

A Pretoria non bastano 120 minuti per sbloccare lo 0-0. L'errore dal dischetto di Komano premia i sudamericani, che si qualificano per i quarti del Mondiale, impresa mai riuscita in passato
Paraguay-Giappone era la partita dei rimpianti, per l’Italia, prima del fischio d’inizio, lo diventa a maggior ragione dopo il fischio finale. Che premia il Paraguay, che pure non ha brillato per nulla, dopo i calci di rigore di una partita davvero modesta, chiusa sullo 0-0 prima dei tiri dal dischetto, i primi di questo Mondiale. Finisce 5-3, con penalty decisivo di Cardozo, che punisce l’errore di Komano. E così l’Albirroja raggiunge i quarti per la prima volta nella sua storia, quarta squadra sudamericana tra le prime 8 a Sudafrica 2010. Le altre, in ordine cronologico, sono Uruguay, Argentina e Brasile.
POCHI GUIZZI, TANTO EQUILIBRIO — E’ la sintesi di un primo tempo bruttino: se fosse arrivata a Pretoria da prima del girone, l'Italia si sarebbe giocata un posto nei quarti contro un Giappone più di corsa che da corsa, in chiave mondiale. Lo avrebbe fatto a pochi minuti dal campo di allenamento, il Soutdowns College. E invece c’è il Paraguay, che mostra la solita solidità (un solo gol subìto, quello di De Rossi, sinora), poco più. Le squadre di affrontano con moduli simili: difesa a 4, centrocampo con un mediano davanti alla difesa (Ortigoza e Abe) e due mezzali, due esterni larghi e un centravanti, rispettivamente Barrios e Honda. La differenza sta nel fatto che gli esterni dei sudamericani sono attaccanti, quelli del Giappone centrocampisti aggiunti. Sarà la tensione di vedere un traguardo storico a portata di mano che frena entrambe le squadre, sarà quel che sarà, ma i primi 20’ sono da sbadigli. E pieni zeppi di errori. Con i giapponesi, esagerati, che tirano dalla grande distanza, da tutte le posizioni. Il primo vero brivido arriva dopo uno spunto di Barrios, l’argentino naturalizzato: Kawashima, il portiere giapponese, non si fa sorprendere. Il Giappone replica subito, con una traversa di Matsui, con un tiro scoccato da Johannesburg. Il Paraguay attacca di più, fa la partita, ma le idee a metà campo sono poche, e in avanti Benitez non è pervenuto. Prova a scuotere i suoi l’elegante Santa Cruz, pericoloso in mischia, ma il suo sinistro finisce di poco largo. Il Giappone replica subito, un’altra volta, come se facesse un balzo in avanti, dopo aver preso la scossa, ad ogni pericolo scampato: sinistro largo di Honda che finalizza un contropiede a tutta velocità, e non è una battuta. Il pari con cui le squadre vanno all’intervallo è il risultato più logico.
RIPRESA — Il Giappone riparte con il 4-2-3-1 e con po’ più di verve offensiva: Tanaka si rende pericoloso, di testa. Ma sono punture di spillo. Il Paraguay inserisce Valdez per Benitez. La partita resta molto arruffata, le due squadre spingono a ondate, disordinate. Tante mischie, zero occasioni. Si va ai supplementari, per forza.

SUPPLEMENTARI — Il Paraguay attacca in forze, finalmente. E sfiora il vantaggio con Valdez, ancora bravo il portiere asiatico. Il Giappone, è un film già visto, replica subito con Honda, e nel secondo tempo supplementare spreca in contropiede con Tamada. Niente da fare. Rigori. E vince il Paraguay.

Il Brasile dà spettacolo, Cile travolto

Verdeoro ai quarti contro l’Olanda e sugli spalti impazza la gioia. Il primo tempo è caratterizzato da buon ritmo e vivacità, soprattutto il Cile, si dimostra all’altezza della complicata sfida riuscendo ad impegnare i carioca e mettendoli parecchio in difficoltà grazie alla grande determinazione ed alla voglia di sacrificarsi. Gli uomini di Dunga, nonostante le diverse occasioni create, faticano per buona parte della prima frazione a trovare spazi invitanti in avanti.

Al 28’ Contreras fa venire i brividi ai suoi commettendo un’entrataccia ai danni di Lucio in area, fortuna sua l’arbitro non se ne avvede e lascia clamorosamente correre concedendo solo un corner al Brasile. La gara appare tutto sommato equilibrata fin oltre la mezz’ora, il risultato infatti si sblocca solo al 34’ quando Juan, con un imperioso stacco di testa in area, trova la deviazione vincente sul preciso cross di Maicon dal vertice destro.

I cileni appaiono scossi e i “Pentacampeones” esitano ad approfittare del momento favorevole: al 38’ Kakà, in ombra fino a quel momento, si sveglia dal torpore ed inventa un preciso per Luis Fabiano, l’attaccante entra in area, dribbla sulla destra Bravo in uscita e deposita in porta la palla del 2-0. Prima dell’intervallo i galvanizzati verdeoro ci provano ancora con un colpo di testa di Luis Fabiano su cross teso dalla destra di Maicon che però termina fuori.

Nella ripresa gli uomini di Bielsa appaiono determinati e provano a spingere nel disperato tentativo di recuperare lo svantaggio. È però solo un flebile fuoco di paglia che si spegne in meno di un quarto d’ora quando al 59’ la rete del 3-0 di Robinho, propiziata da una travolgente azione dell’incontenibile Ramires, taglia letteralmente le gambe al Cile.

I verdeoro ritrovano vigore e, incalzati in particolare dalle grandiose prestazioni di Bastos, Daniel Alves, Ramires e Gilberto Silva, affondano sui cugini sudamericani. Il Cile però, nonostante il pesante score, cerca almeno di trovare, con la forza della disperazione, il gol della bandiera. Purtroppo per i fan rossoblu, alla bella prova offensiva di Sanchez si contrappongono le numerose occasioni sciupate da Suazo, Beausejour e Valdivia, non arriva così per loro nemmeno la piccola gioia di poter apprezzare una marcatura da parte dei propri beniamini.

Il triplice fischio sancisce la fine delle ostilità e fissa il risultato sul definitivo 3-0 che condanna i cileni all’eliminazione e permette alla Seleçao di accedere ai quarti di finale dove incontrerà l’Olanda, vincente sulla Slovacchia.

Mondiali: l'Olanda vola ai quarti e aspetta Brasile o Cile

Grazie al successo per 2-1 contro la Slovacchia con le reti di Robben e Sneijder l'Olanda vola ai quarti di finale del Mondiale dove affronterà la vincente della sfida tra Brasile e Cile. Robben, al rientro da titolare dopo l'infortunio, ha segnato lo splendido primo gol  al 19' con un tiro dai venti metri che si è infilato a fil di palo dopo il suo classico movimento a rientrare verso il centro del campo.

Nella ripresa la Slovacchia, che aveva condannato l'Italia all'eliminazione nella fase a gironi, ha avuto anche un paio di clamorose occasioni per il possibile pareggio. Il gol del raddoppio 'orange' è stato segnato all'83' Wesley Sneijder: il centrocampista dell'Inter, su assist di Kuyt, ha piazzato da centro area un rasoterra facile facile con il portiere ormai battuto. A tempo scaduto la Slovacchia ha segnato la rete del 2-1 con Vittek (4 gol per lui in questo Mondiale).

Germania e Argentina ai quarti (con lo zampino degli arbitri)

Gli inglesi, quando parlano del calcio italiano, delle nostre polemiche e delle nostre dietrologie, si vantano del fatto di arrivare in campo senza neanche aver consultato il tabulato delle designazioni arbitrali. Ma c'è da scommettere che questa eliminazione mondiale (4-1 per mano dei tedeschi, rivali di sempre) alimenterà una nuova ondata di indignazione nei confronti di chi insiste nel non introdurre un supporto tecnologico per aiutare i direttori di gara.
Il regolarissimo gol di Lampard, in un momento particolare, sul 2-1 per i tedeschi, avrebbe certamente cambiato la partita, o quantomeno avrebbe cambiato l'inerzia della partita. Detto questo, la Germania non ha vinto, ha stravinto. Sul piano tecnico, tattico, agonistico. I motivi di rimpianto per la disfatta inglese sono ben altri: dagli infortuni pesanti come quelli di Rio Ferdinand e di Beckham, alla pessima forma di Rooney, da un centrocampo solo sulla carta affidabilissimo con Gerrard e Lampard, a una difesa irrisa con regolarità. La squadra di Capello regge un solo tempo. E lo fa nonostante il doppio vantaggio tedesco: un gol di rapina di Klose che raccoglie direttamente un lungo rinvio di Neuer , e il 2-0 di Podolski , magistralmente servito da Muller , che fa centro sul secondo palo.
Sotto di due gol gli uomini di Capello lottano come leoni e sfiorano la rimonta, prima con il gol di Upson, poi con la beffa del gol annullato un minuto dopo, un gran tiro di Lampard che colpisce la traversa e rimbalza un metro dentro alla porta che l'arbitro non convalida. E' l'inizio della fine. La Germania dilaga. L'Inghilterra va in bambola e James continua la tradizione dei portieri fantoccio con una figuraccia sul 3-1 di Muller, che poi completa l'opera con il definitivo 4-1. Per i tedeschi è la famosa vendetta da gustare fredda, quasi mezzo secolo dopo il gol fantasma che nel 1966, contro la Germania in finale, laureò gli inglesi campioni. Per Fabio Capello, abituato a vincere ovunque, una macchia indelebile e un futuro incerto.
Dunque sarà Germania contro Argentina. Appuntamento il 3 luglio a Città del Capo. La formazione di Maradona supera il Messico per 3-1. Tutt'altra gara, con un Messico chiaramente meno forte ma mai rassegnato, e anche in questo caso falsata da una direzione di gara non altezza. E' la terna italiana guidata da Rosetti a rimediare una clamorosa figuraccia, convalidando all'Argentina un gol in netto fuorigioco. Era partito davvero bene il Messico, con una traversa colpita al 9' da Salcido, e con una conclusione pericolosa di Guardado che ha fatto tremare Messi e compagni. Ma i valori vengono presto a galla e quando al 26' Messi mette Tevez davanti alla porta sguarnita, l'attaccante è abbondantemente oltre la linea dei difensori. Il guardalinee Ayroldi non sbandiera, Rosetti lo consulta e convalida proprio mentre il tabellone dello stadio ripropone l'azione quasi beffardamente.

Il gol carica l'Argentina e manda momentaneamente in confusione il Messico che al 33' paga carissima una leggerezza di Osorio con Higuain pronto ad approfittare per il raddoppio. Il colpo di grazia arriva ad inizio ripresa. E' ancora Tevez, con una botta strepitosa da fuori area, a centrare il bersaglio. Il Messico torna in partita con grande orgoglio e centra il 3-1 con un'ottima conclusione di Hernandez ma l'assalto finale non produce altri frutti.

Mondiali: USA-GHANA 1-2, le 'stelle nere' passano ai quarti

E' un bel gol di Gyan al 4' del primo tempo supplementare a piegare gli Usa e a far sbarcare il Ghana ai quarti. Si chiude 2-1 per l'unica squadra africana ancora in corsa al Mondiale, la sfida serale allo stadio di Rutsenburg.
  Vittoria meritata per l'ottima gestione dei supplementari da parte della squadra ghanese, mentre gli Stati Uniti dopo la rete subita perdono fiducia e lucidita', e solo nell'ultimo tratto di gara diventano pericolosi. Ma non basta .

Mondiali 2010: Uruguay-Corea del Sud 2-1. Super-Suarez regala i quarti alla Celeste

A Port Elizabeth il primo ottavo di finale dei Mondiali sudafricani sorride all'Uruguay di Oscar Tabarez, che batte di misura la Corea del Sud dopo una gara non particolarmente emozionante.
La Celeste sblocca subito, al settimo, con Luis Suarez che realizza su assist di Diego Forlan. La reazione coreana non è molto incisiva e la prima frazione si chiude con il vantaggio dei sudamericani.
Nella ripresa la musica cambia e la squadra del ct Hung Jung-Moo risorge grazie al colpo di testa di Lee Chung-Yong, che anticipa l'uscita del portiere Muslera. I supplementari sembrano inevitabili, ma una prodezza di Luis Suarez gela i sudcoreani e regala i quarti alla Celeste, non succedeva da Messico '70
Uruguay-Corea del Sud 2-1
7' Suarez (Uru), 68' Lee Chung-Yong (Cor), 80' Suarez

Mondiali di Calcio 2010: la nazionale italiana e’ tornata a casa

La nazionale azzurra e’ tornata a casa. I calciatori dell’Italia, Marcello Lippi e tutto l’entourage ha fatto rientro in patria, lasciando vuota Casa Azzurri. Alle 8 il volo AZ8081 è arrivato all’aeroporto di Fiumicino. Marcello Lippi, l’allenatore che ora lascera’ il posto a Cesare Prandelli, e’ sceso per primo dalla scaletta dell’aereo. Praticamente nessuno e’ andato ad accogliere i giocatori al rientro dai Mondiali di SudAfrica 2010: ma c’era da aspettarselo, dopo un fallimento cosi’ cocente. Essere esclusi prima ancora di arrivare agli ottavi di finale non e’ una cosa che i tifosi italiani possono digerire tanto facilmente.
Pochissimi i tifosi presenti a Fiumicino: fuori dall’aeroporto un gruppo ha urlato “Vergognatevi“, riferendosi soprattutto a Fabio Cannavaro e Gilardino. Ma i tifosi non hanno risparmiato dalla loro contestazione nemmeno Marcello Lippi, che subito dopo la sconfitta contro la Slovacchia si e’ preso tutte le colpe del fallimento degli azzurri.

Molta la delusione dei tifosi, ma anche dei giocatori. Quagliarella parla di molta amarezza, chiedendo scusa ai tifosi e affermando che ora bisogna costruire un’Italia piu’ forte. Montolivo si dice, invece, distrutto, mentre Bocchetti, per il quale l’avventura azzurra non e’ mai iniziata, e’ dispiaciuto non tanto per se’ stesso, ma per la squadra, uscita troppo prematuramente dal campionato mondiale.

La nazionale italiana non ha poi gradito una vignetta pubblicata ieri, che proponeva un campo da calcio con undici bare azzurre. L’ormai ex allenatore della nazionale italiana pare si sia arrabbiato molto, mentre Simone Pepe ha risposto in questo modo ai giornalisti: “Quelle bare in prima pagina non l’accetto e mi fa arrabbiare. Vanno bene le critiche ma le bare no“.

Svizzera-Honduras 0-0: Gli elvetici SPRECANO la chance, il pareggio manda tutti a CASA!

Nessun goal tra le due squadre, che vengono eliminate in coppia dal Mondiale.
Finisce a reti bianche la gara tra Svizzera e Honduras con i rossocrociati che non riescono a fare i due gol necessari per la qualificazione (data la concomitante vittoria della Spagna per 2-1) e devono quindi abbandonare il Mondiale. Alla luce di quanto visto, è stato anzi l'Honduras ad aver cercato con più convinzione la vittoria. Che non è arrivata solo per la clamorosa imprecisione dei vari Welcome, Palacios e Alvarez.

In campo – Hitzfeld sceglie il consueto 4-4-2 con Barnetta sulla fascia destra, Nkufo e Derdiyok in avanti e Inler in cabina di regia. L'Honduras lascia Suazo come unica punta, Alvarez a bruciare l'erba sull'out di destra e Nunez (molto dinamico per un'ora) a fare da guastatore sulla trequarti.

Si gioca – Ci si aspetta una partenza veemente da parte della Svizzera che ha bisogno di vincere, ma i primi dieci minuti trascorrono senza sussulti. E' anzi Benaglio a dover sbrogliare un paio di situazioni intricate quando Suazo viene lanciato in contropiede in campo aperto. Derdiyok sciupa la prima vera palla-gol mettendo a lato il suo colpo di testa su cross millimetrico di Barnetta. La partita sarebbe potuta cambiare se la punta di origine turca avesse trasformato l'occasione ma gli elvetici avrebbero una seconda chance di sbloccare il risultato: Nkufo si incarta da solo a un metro dalla porta e colpisce in malo modo la palla con il petto favorendo l'intervento di Valladares. Le notizie che arrivano da Pretoria, con la Spagna avanti sul 2-0, sono estremamente positive per la Svizzera ma la prima frazione trascorre senza che ci siano altre emozioni se non numerose mischie in cui manca la zampata vincente degli avanti europei.

L'Honduras entra in campo con grande convinzione e brillantezza e va vicinissimo al gol con Suazo: il cross di Alvarez è millimetrico ma l'ex attaccante del Cagliari sbaglia la deviazione di testa con Benaglio che era ormai fuori causa. Ci si aspetta la reazione della Svizzera ma questa non arriverà perchè saranno i centramericani a sfiorare il gol a ripetizione. Le uniche occasioni per gli europei sono due tiri (Barnetta e Derdiyok) bloccati a terra da Valladares e un colpo di testa di Frei che finisce alto. In mezzo ci sono un gol annullato a Welcome (permane qualche dubbio) e tanti contropiede sfumati da Suazo, Alvarez e compagni che sbagliano sempre l'ultimo passaggio o la deviazione sotto porta. Finisce col risultato ad occhiali che non accontenta nessuno e fa disperare la Svizzera che, dopo aver fatto l'impresa all'esordio contro la Spagna, non riesce nell'ultimo sforzo e può solo recriminare per la scarsa vena offensiva (un solo gol in tre partite risulta fatale).


La chiave – La necessità di attaccare porta la Svizzera a lasciare tanti spazi al contropiede honduregno. Molto bravo Benaglio ad agire da libero aggiunto in molte circostanze quando gli si presentano davanti a turno Suazo e Alvarez.

La chicca – Ma dove vai se il centravanti non ce l'hai? La domanda riassume la partita e il girone di queste due squadre. Nel match di oggi tante occasioni da ambo le parti e zero gol. Nell'intero girone hanno raccolto la bellezza (si fa per dire) di un gol in due, quello di Fernandes nella clamorosa vittoria del debutto. Con questi numeri non si va da nessuna parte. E infatti...si va a casa.

Top e Flop – Buona prova di Barnetta e Lichtsteiner sulla fascia destra. Cercano di spingere costantemente con velocità. Sono poco assistiti dalla squadra e non vedono le loro iniziative trasformate dalle punte. Male, molto male, Nkufo che sbaglia due occasioni d'oro nel primo tempo. Negativa la prova di Suazo che appare lontano parente dal fulmine che ha bruciato i prati di mezza serie A con la sua velocità.

Ma quale spettacolo Brasile-Portogallo biscotto al sonnifero

Liberateci dalle partite-spettacolo. Ogni volta sono una delusione, ogni volta sono un supplizio. Cerchi gol, trovi sbadigli. Titic-titoc, come se fosse un’amichevole, anzi un allenamento.
Brasile-Portogallo era il massimo, il punto più alto dei gironi di qualificazione del Mondiale sudafricano. Luogo comune per luogo comune: di fronte le due squadre ipoteticamente più divertenti e giocherellone del torneo. Ecco, nel rapporto tra aspettative e realtà è stata la più brutta partita di un mondiale finora mediocre.
Zero a zero, col nulla mescolato al niente, un pareggio che non valeva neanche la pena essere giocato. Con quel risultato passavano tutte e due, quindi ecco. Le azioni? Il divertimento? Le giocate? Ciao a tutto, in nome del risultato che ovviamente è la cosa più importante. Basta non millantare, perché le partite-spettacolo sono una fregatura: nessuno vuole perdere e quindi nessuno vince, nessuno vuol dimostrare di essere più scarso dell’altro e quindi nessuno è migliore. Brasile-Portogallo è stata un supplizio combinato, una partita che riabilita le virtù adrenaliniche del curling. Lì almeno si spazzola il ghiaccio per arrivare a un risultato, qui il risultato c’era già, bastava far niente perché cambiasse. Andava bene a tutte e due: qualificate e contente, un modo per raggiungere il risultato minimo che serviva a non farsi sputare in faccia dai propri tifosi. Se nessuno attacca, non c’è bisogno che gli altri difendano. Si evitano errori e figuracce. Allora zero a zero. Fossimo in campionato sarebbe già partita l’indagine dell’ufficio inchieste. Brasile e Portogallo, cioè teoricamente i Paesi meno abituati a giocare con la calcolatrice, mettono insieme il manuale Cencelli del pallone: un po’ a te, un po’ a me, cioè un punto per ciascuno. Fregata la Costa d’Avorio e via, in modo da dire al mondo che non sono più i Paesi pronti a farne a ripetizione, quanto quelli che adesso preferiscono non prenderne. Perché col pareggio di ieri Portogallo è arrivato alla diciottesima partita senza sconfitte. Dodici vittorie, sei pareggi: l’ultima volta che ha perso è stato proprio contro il Brasile, il 19 novembre del 2008: la Seleçao vinse 6-2. La Seleçao, già: sette vittorie e due pareggi, cioè nove partite senza perdere. Gli ultimi a mettere sotto i brasiliani sono stati i boliviani, a La Paz nelle qualificazioni mondiali.
I conti, appunto. Come noi in tempi migliori, come la Germania, come l’Inghilterra. Il problema è che neanche questo dovrebbe giustificare la noia di ieri. Perché è stata al di là del bene e del male: il Brasile è stato persino fischiato dai suoi tifosi. Quante volte è successo? Nella memoria degli ultimi quarant’anni nessuna Nazionale brasileira è stata contestata come questa, neanche quelle che hanno perso malamente, come a Italia 90.
Passa il Brasile, passa Dunga, passano i giocatori, però non piacciono. Così come non piace Cristiano Ronaldo, non questo almeno. Ieri ha girovagato per il campo senza concretizzare. Gli hanno dato il premio come uomo partita e nessuno sa il perché, neanche lui che tra i suoi difetti ha quello della presunzione a ogni costo. Man of the match, comunque: potenza del nome e della popolarità acquisita, unico motivo per cui questa elezione abbia un senso. Non ha fatto nulla Ronaldo e comunque ha fatto più di Felipe Melo, nervoso e poi uscito per una distorsione alla caviglia che potrebbe fargli finire oggi il suo Mondiale. Grossa perdita? Per i giornalisti brasiliani no, così come non lo sarebbe Julio Baptista, l’altro fantasma tra i fantasmi. Avrebbe dovuto essere il vice Kakà: non ha fatto un assist, non ha fatto un tiro. Per il Brasile questo varrebbe l’esclusione al mondiale. Per il Brasile di ieri no.

Mondiali 2010, Spagna-Cile 2-1, sudamericani avanti, Svizzera fuori

La Spagna batte il Cile e conquista il primo posto, ma passano anche i sudamericani.
La Spagna è tornata. Dopo un inizio di Mondiale così così, la Furie Rosse ieri hanno liquidato 2-1 il Cile, indubbiamente la squadra che esprime il miglior gioco del torneo. La partita è stata indubbiamente condizionata dall’espulsione (ingiusta) del cileno Estrada, avvenuta contestualmente al secondo gol della Spagna. La squadra di Del Bosque ha potuto così controllare il doppio vantaggio (Villa e Iniesta), senza entrare nel panico quando Millar ha accorciato le distanze a inizio ripresa.
Nell’altra partita del girone, la Svizzera non è riuscita a superare l’Honduras ed è stata così eliminata. Gli elvetici, dopo la vittoria iniziale contro i campioni d’Europa della Spagna, sembravano poter rappresentare una delle rivelazioni di questo Mondiale, e invece se ne tornano a casa insieme all’Honduras, unica squadra del continente americano a non accedere agli ottavi.
La Spagna, sesta e ultima squadra europea a passare il turno, agli ottavi se la vedrà con il Portogallo di Ronaldo, in una sfida tutta iberica. Sfida tutta sudamericana, invece, tra Brasile e Cile.

Addio al Mondiale con onore, Costa d'Avorio batte Nord Corea

Gli africani vincono 3-0, ma non evitano l'eliminazione. Decidono i gol di Tourè, Romaric e Kalou
La Costa d’Avorio vince contro la Corea del Nord ma dice addio ai Mondiali. Agli "elefanti" non basta il successo per 3-0 contro la squadra-cuscinetto del gruppo G per ottenere il "pass" per gli ottavi. La nazionale di Eriksson s’impone grazie ai gol nel primo tempo di Yaya Tourè e Romaric, poi di Kalou nella ripresa dopo un prolungato forcing.

Ma nemmeno una goleada sarebbe bastata per passare il turno: il Portogallo, infatti, pareggia con il Brasile e resta a al secondo posto a +1. La Costa d’Avorio perciò fa le valigie e lascia il solo Ghana a rappresentare l’Africa nella rassegna iridata. La Corea del Nord vive un altro pomeriggio di grande sofferenza. Dopo nemmeno due minuti gli "elefanti" sono già all’assalto del precario fortino asiatico con Keita: destro debole e Ry Mong para. All’11’ Drogba fa centro ma l’arbitro Undiano annulla per fuorigioco. Ma l’appuntamento con il gol è solo rimandato e arriva alle soglie del quarto d’ora grazie a un destro chirurgico di Yaya Tourè.

Non c’è un attimo di pace per il povero Ri Myong, salvato dal palo al 17’ sul sinistro di Romaric ma di nuovo infilato al 21’ dallo stesso Romaric con lo zampino di Drogba: l’attaccante del Chelsea, dopo uno splendido aggancio di sinistro in area, fa tremare la traversa, poi il centrocampista ribadisce in rete di testa. Sul 2-0 la Corea abbozza una reazione ed è pericolosa con una bella punizione di Hong Yong Jo che sfila vicino all’incrocio.

Ma è solo un "break" al domino della Costa d’Avorio, che prima del riposo sfiora la terza rete con una conclusione al volo di Keita fuori di poco e con un destro a incrociare di Gervinho che prende il palo esterno. Il copione non cambia nella ripresa. La squadra di Eriksson attacca a testa bassa e al 56’ Drogba continua la caccia al gol con un colpo di testa in tuffo di poco alto. La Corea prova a sfruttare i varchi che si aprono in contropiede, ma il volenteroso Yong Tae non riesce mai ad inquadrare la porta e Barry resta a riposo per tutti i 90’.

Gli ivoriani, invece, arrotondano il risultato all’81’ grazie al neo-entrato Kalou, che di destro sfrutta il cross di Boka e l’uscita a vuoto di Ry Myong. Nel finale, poker negato a Doumbia per fuorigioco. La Costa d’Avorio esce a testa alta, la Corea non cancella lo "zero" in casella.

Al termine della partita il ct Sven Goran Eriksson ha annunciato che lascerà la panchina degli "Elefanti". Il tecnico svedese ha chiarito che la scelta era già stata presa prima del Mondiale: «Quando ho accettato l’incarico era chiaro che sarei rimasto fino alla fine del nostro Mondiale, cioè fino ad oggi. Rimarrò qui in Sudafrica per vedere qualche partita, poi andrò in vacanza», ha detto l'ex ct inglese.

Il Giappone elimina la Danimarca Olanda vincente anche col Camerun

Tre vittorie su tre per i «tulipani». Gli asiatici battono 3-1 i danesi e conquistano gli ottavi
Nel gruppo E giochi fatti: Olanda prima della classe a punteggio pieno e Giappone che segue a ruota come seconda del girone. Il Camerun era già fuori e su quella strada si è messa anche la Danimarca, battuta dagli asiatici con un 3 a 1 che non ammette repliche.
GIAPPONE- DANIMARCA 3 A 1 - Un Giappone decisamente «europeo» per concretezza e disciplina tattica liquida una volenterosa Danimarca e accede agli ottavi di finale dove incontrerà il Paraguay. A Rustenburg i nipponici controllano i tentativi danesi (volenterosa la squadra di Olsen) e si impongono per 3-1. Eroi della serata Honda (alla sua seconda rete mondiale), Endo e Okazaki, di Tomasson la rete della Danimarca. La squadra di Okada finisce dunque al secondo posto dietro all'Olanda e sfiderà l'Undici di Martino. Nella Danimarca Kahlenber prende il posto di Gronkjaer, emntre nessuna novità si registra nel Giappone. L'avvio di gara è decisamente di marca danese. La squadra di Olsen colleziona almeno un paio di limpide palle gol ma il Giappone risponde prima con Matsui (Sorensen para) poi con Hasebe (incrocio dei pali sfiorato). Al 17' di un match molto vivace arriva il vantaggio nipponico con una grande punizione di Honda. La Danimarca non si perde d'animo e ricomincia a macinare gioco sfiorando il pareggio al 22' con Tomasson che si vede negare il gol da Kawashima. I danesi ci mettono tanta buona volontà ma alla mezz'ora il Giappone (decisamente concreta la squadra di Okada) raddoppia con un altro calcio di punizione: questa volta la gloria è per Endo. Il primo tempo si chiude con un galvanizzato Giappone (Matsui sugli scudi) e una Danimarca volenterosa ma impotente.
OLANDA A PUNTEGGIO PIENO - Già qualificata, l'Olanda completa l'opera e chiude il girone E a punteggio pieno al primo posto, superando il Camerun 2-1 al «Green Point Stadium» di Città del Capo. Al vantaggio di Van Persie risponde Etòo su rigore, decide Huntelaar, bravo a ribattere in rete un tiro di Robben, al debutto nella ripresa, finito sul palo. Olanda agli ottavi contro la Slovacchia, Camerun ultimo con zero punti.

Disastro Italia, eliminata dal Mondiale Lippi: "Terrorizzati, è solo colpa mia"

Più degli avversari poté la mediocrità. L'Italia sembra un sacco vuoto. Della grinta e dell'orgoglio dei campioni del mondo non è rimasto nulla.
Vittek strapazza la difesa azzurra. Due volte. L'undici di Lippi, scuro in volto fin dalle prime battute, non reagisce. Non corre, non morde, non aggredisce. Poi quando Di Natale trova il fondo della rete per il 2-1, gli azzurri si squagliano un'altra volta. La Slovacchia segna un gol assurdo. Una rimessa laterale lunga oltre alla coppia centrale. Che resta ferma a guardare Kopunek, in campo da qualche secondo. Il ragazzo slovacco fa 3-1. Un Quagliarella impolverato da troppa panchina infila il pallonetto da fuori per il 3-2. Ma è già il 47'. Recupero inoltrato. All'ultimo respiro Pepe, libero sul secondo palo, avrebbe l'occasione per pareggiare. Ma il suo tiro finisce in bandiera. E' il sospiro finale sul Mondiale azzurro.
Mai così male dal 1974 Erano 36 anni che l'Italia non veniva eliminata al primo turno. Alla vigilia si speculava sul passaggio del turno con il pareggio, ma non è arrivato nemmeno quello. Due pareggi. E basta. In uno dei gironi più abbordabili di tutto il Mondiale. In quel 1974 l'Italia una vittoria la portò a casa, quella su Haiti. Poi il pareggio con l'Argentina e la sconfitta con la Polonia. Era il 23 giugno. Come oggi un giorno di meno. Il morale della Nazionale e del Paese tutto è sotto le suole. L'Italia questa volta si piazza ultima nel girone F. Avanti Paraguay e Slovacchia. Terzi i semiprofessionisti della Nuova Zelanda. Come debacle assomiglia molto a quella di Inghilterra '66. L'eliminazione con la Corea del Nord. I pomodori su Fabbri e la squadra di ritorno. Siamo a quel livello. Sul famoso "carro" di Lippi non ci monterà nessuno. Anzi, ci sarà la fila per scendere.
La partita L'Italia non parte neanche male. Al 1' Di Natale da 30 metri cerca la porta di destro, ma lo spiovente finisce alto. Sembra un segno. Non lo è. Al 6' Lancio di Durica, Vittek fa la sponda di testa per Hamsik che, da solo, a centro area colpisce malissimo. Al 25' gli azzurri capitolano. De Rossi sbaglia il disimpegno, Strba anticipa Montolivo e tocca profondo per Vittek che è libero dalla marcatura di Criscito e infila Marchetti: è l'1-0. L'Italia non si scuote. E' frastornata. Gli appoggi sbagliati si moltiplicano. Gli azzurri si perdono nel pressing elementare degli avversari. Prima dell'intervallo rischia di passare ancora la Slovacchia con il tiro da fuori di Strba e quello di Kucka. La fotografia dell'Italia è la girata di Montolivo a centro area che finisce in curva. Nella ripresa Lippi lancia Maggio e Quagliarella. Due che corrono, almeno. L'occasione migliore in avvio di ripresa capita all'11'. Maggio serve Di Natale in area e il capocannoniere del campionato italiano svirgola sul fondo. Quagliarella è vivo sulla sinistra, tenta sempre di saltare l'uomo. Al 22' ha la palla buona dopo un'uscita a vuoto di Mucha, spara a colpo sicuro. Ma Skrtel, appostato sulla riga, salva di ginocchio. Sulla panchina si urla al gol, il guardalinee dice no. Per lo sforzo gli azzurri si sbilanciano. Stoch è indemoniato. Prima brucia Cannavaro, ma conclude male. Poi serve Hamsik, ma Chiellini salva in scivolata. E al 28' l'Italia capitola un'altra volta. Cross basso di Hamsik, Vittek brucia Chiellini e batte Marchetti sul primo palo. 
L'unico quarto d'ora da Italia Sul 2-0 nella testa degli italiani scatta qualcosa. Al 36' la miglior giocata del Mondiale. Quagliarella scambia con Iaquinta, che rende palla di tacco, l'attaccante del Napoli conclude. Mucha para, ma Di Natale è ben appostato e accorcia: 2-1. Quattro minuti dopo Quagliarella segna sotto misura, ma la rete è annullata per fuorigioco. Al 45', con gli azzurri tutti in avanti, la Slovacchia passa ancora. Rimessa laterale profonda, Chiellini e De Rossi non accennano nemmeno allo scatto, Kopunek, appena entrato, salta Marchetti in uscita. E' 3-1. sembra finita, ma Quagliarella al 47' beffa Mucha con un pallonetto da fuori area. E' l'ultima speranza. Che si infrange sul tiro al volo svirgolato da Pepe al51'. 

Al Paraguay basta lo 0-0 Nuova Zelanda fuori con onore

I sudamericani vincono il gruppo F nonostante una partita brutta contro gli All Whites, che si difende con ordine ma non tira mai in porta. I sudamericani negli ottavi dovrebbero trovare Giappone o Danimarca
Massimo risultato col minimo sforzo. Un Paraguay poco brillante si fa bloccare sullo 0-0 dalla Nuova Zelanda, ma grazie anche alla sciagurata Italia di Lippi, che perde 3-2 contro la Slovacchia, vince il girone F e si conquista un ottavo contro Giappone o Danimarca, comunque abbordabile. Meglio di così...
QUALCHE CAMBIO — Se la Nuova Zelanda è quella che ha pareggiato con l'Italia, il Paraguay presenta qualche novità. Alcaraz, autore del gol agli azzurri, il talentino Barrios e Bonet partono in panchina. In attacco ci sono Roque Santa Cruz, Valdez e Oscar Cardozo. La Nuova Zelanda oppone quelle che sono le sue armi: tanta corsa, raddoppi sistematici, umiltà e sacrificio in ogni zona del campo. Quanto ai valori tecnici, forse solo la Corea del Nord, ma non ne siamo certi, è inferiore ai kiwi.
CHE NOIA — Il Paraguay produce un possesso palla abbastanza sterile, a ritmi troppo bassi per fare male. E la Nuova Zelanda controlla, senza scoprirsi mai neppure dopo il primo gol della Slovacchia all'Italia che di fatto la elimina. Santa Cruz e Valdez danno ragione a chi li definisce grandi talenti che però stanno raccogliendo molto meno rispetto al grande potenziale che hanno, il centrocampo fatica a creare situazioni interessanti. E così l'unico a cercare la porta è il generoso terzino destro Caniza, che nonostante quattro tentativi non centra mai la porta. Ovvio che un primo tempo del genere finisca 0-0.
POCHI LAMPI — Anche nella ripresa non succede nulla fino al 22', quando Martino fa entrare Barrios e Benitez per Valdez e Cardozo. La partita non ha più grande interesse, perchè con la Slovacchia sempre avanti sull'Italia i paraguaiani sono certi del primo posto nel girone e la Nuova Zelanda, che avrebbe bisogno di vincere per passare, non può certo fare miracoli. Le uniche due occasioni degne di questo nome sono di Da Silva e Benitez, con Paston che si salva. E regala alla sua piccola nazione un'eliminazione da imbattuti che è come un trionfo. Per il Paraguay invece un ottavo che è l'occasione di una vita. Perchè i quarti sono più che alla portata. A patto di giocare meglio di così.

Oggi tocca all'Italia - L'1X2 azzurri, Italia avanti se...

Qualificazione diretta agli ottavi, immediato ritorno a casa o addirittura sorteggio con la monetina per decidere il futuro degli azzurri. Italia-Slovacchia e' una partita da 'dentro o fuori' ma il destino della nazionale non dipende soltanto dalla squadra di Lippi. Anche il risultato di Paraguay-Nuova Zelanda, infatti, puo' influire sul cammino degli azzurri in Sudafrica.
   A differenza delle altre edizioni del Mondiale, in Sudafrica per decidere chi va avanti tra squadre a pari punti si adotta come primo criterio quello della differenza reti e non piu' quello degli scontri diretti. Secondo criterio e' il numero di reti fatte e soltanto come terzo criterio c'e' quello degli scontri diretti nel girone.
   - ITALIA SCONFITTA: AZZURRI A CASA
   L'unica certezza per l'Italia e' che una sconfitta con la Slovacchia relegherebbe gli Azzurri all'ultimo posto del girone con 2 punti e li rispedirebbe a casa.
   - ITALIA BATTE LA SLOVACCHIA: PRIMI O SECONDO DEL GIRONE
   In caso di vittoria dell'Italia sulla Slovacchia, gli Azzurri andrebbero agli ottavi. Sarebbero primi con 5 punti insieme alla Nuova Zelanda se gli All Whites battessero il Paraguay: a decidere il primato del girone sarebbe la differenza reti. La squadra di Lippi potrebbe chiudere prima con 5 punti anche con pareggio tra Paraguay (5 pt) e Nuova Zelanda (3 pt) ed anche in questo caso decisiva risulterebbe la differenza reti. In caso di vittoria del Paraguay sui neozelandesi, l'Italia dovrebbe accontentarsi del secondo posto del girone.
   - ITALIA PAREGGIA:PERICOLO NUOVA ZELANDA O SORTEGGIO MONETINA
   Se l'Italia pareggiasse, la situazione si complicherebbe e non poco. Gli Azzurri con 3 punti, uno in piu' della Slovacchia (2 pt), andrebbero comunque agli ottavi solo se il Paraguay (7 pt) battesse la Nuova Zelanda (2 pt). Se, invece, la Nuova Zelanda (5 pt) superasse il Paraguay (4 pt), l'Italia con il suo pari sarebbe fuori con 3 punti.
   Infine c'e' la possibilita' che tutte le partite finiscano in pareggio: a quel punto il Paraguay con 5 punti andrebbe agli ottavi, mentre Italia e Nuova Zelanda sarebbero seconde con 3 punti. Decisiva sarebbe la differenza reti: per le due squadre e' identica con 2 gol fatti e 2 gol subiti. Identico anche il numero di reti fatte: per cui, in caso di un pareggio con lo stesso punteggio nell'ultima partita, a decidere chi andrebbe agli ottavi tra Italia e Nuova Zelanda sarebbero il lancio della monetina...

Mondiali di calcio, Germania e Ghana si qualificano agli ottavi di finale

Germania e Ghana passano al turno successivo. 
E' questo il responso delle ultime partite del girone D. I tedeschi hanno superato gli Africani per 1-0 e si sono aggiudicati il primo posto, che li porterà ad affrontare l' Inghilterra di Fabio Capello, per un incontro di lusso di livello davvero "mondiale". Il Ghana, invece, affronterà gli USA in un affascinante confronto tra due calci emergenti di  mondi diversi. Germania-Ghana è stata una partita piacevole tra due squadre, che amano costruire calcio. I tedeschi hanno come unico limite la scarsa personalità di tanti suoi uomini, i quali, troppo spesso, si mostrano timorosi dopo aver subito un attacco avversario, atteggiamento, questo, che depotenzia enormemente la pericolosità del loro gioco.
Il Ghana ha il solo problema della sterilità offensiva, perchè gioca bene, ma non si trova mai nessuno che decida a fare un tiro, per cui i risultati realizzativi sono inferiori al potenziale del gioco espresso. Le altre due squadre del girone tornano a casa mestamente. L'Australia vincendo per 2-1 affianca a quattro punti lla squadra africana, ma paga la zavorra del 4-0 subito alla prima partita ad opera dei tedeschi.
La Serbia rappresenta un vero mistero: batte la squadra vincitrice del girone, perde dalle altre due, dando al proprio mondiale un senso di incompiutezza infinita, poichè non si è capita l'esatta dimensione di questa squadra.

Inghilterra-Slovenia finisce 1-0, ma gli Usa vincono al 90° e sono primi

Una vittoria importante, ma gli inglesi stentano ancora. Stati Uniti-Algeria: 1-0 al 90°.

Cambia tutto al 90° sui due campi collegati. Finisce con a vittoria dell'Inghilterra la partita contro la Slovenia e sembrava quindi che l'Inghilterra fosse prima nel gruppo C, ma al 90° gli Usa segnano con Donovan all'Algeria (che finisce in dieci per un'espulsione nei minuti di recupero) e la squadra di Bradley balza in testa al girone.
Gli Stati Uniti, fino al gol di Donovan, erano già all'aeroporto per tornare a casa.
Si sarebbe qualificata la Slovenia, ma la rete di Donovan li proietta in testa al girone.
Usa e Inghilterra sono entrambe a 5 punti, ma la differenza reti premia gli Stati Uniti.
Al terzo posto c'è la Slovenia che con 4 punti torna a casa.

Un'altra Inghilterra, ma non convince ancora

È un'altra Inghilterra rispetto a quella imbambolata delle prime due uscite. Attacca, preme sulla Slovenia, ma non riesce a chiudere la partita.
Anche per sfortuna: al 57° Rooney, infatti, colpisce il palo, grazie anche alla prontezza di rfilessi di Handanoci: il portiere dell'Udinese ci mette una mano e riesce a indirizzare Jabulani sul palo.
Dieci minuti dopo, però, la Slovenia ha tre tiri successivi per pareggiare.
Ma - dopo due confuse respinte in area inglese - Birsa non riesce a centrare la porta.
 

Al 72° sostituito Rooney con Joe Cole

Al 72°, Capello richiama in panchina un Rooney ancora non al topo della forma e manda in campo Joe Cole per difendere il vantaggio importantissimo acquisito fin qui.
All'80° gli inglesi controllano la partita, ma è davvero strano che lo squadrone di Capello - che nelle qualificazioni faceva sfracelli - non riesca in questi Mondiali ad andare facilmente in gol. Solo a una manciate di minuti dalal fine, capello sostituisce l'autore del gol Defoe con Heskey, che fino a oggi era titolare.

Inghilterra in vantaggio grazie a Defoe

Inghilterra in vantaggio sulla Slovenia al 22° del primo tempo, grazie a Defoe, attaccante del Tottenham che rompe l'equilibrio di una partita fino a questo punto equilibrata.
Sul vantaggio, l'Inghilterra si sblocca e Handanovic deve fare una grande parata per evitare il 2 a 0 su un turo di Gerrard, liberatosi all'interno dell'area.
Un palo - allo stesso minuto - anche per gli Stati Uniti. Contro l'Algeria il palo lo colpisce Dempsey, che gioca in Inghilterra nel Fulham.

Alla fine del 1° tempo passano Inghilterra e Slovenia

Con i risultati del primo tempo, nel Gruppo C passerebbero sia l'Inghilterra che la Slovenia.
La squadra di Capello conquistrebbe il primo posto del girone. Usa e Algeria, prpprio in virtù del pari con cui vanno negli spogliatoi, sarebbero entrambe eliminate. Ma c'è ancora tutto il secondo tempo da giocare.
 

Inghilterra-Slovenia e Usa-Algeria

Alle 16 scende in campo l'Inghilterra di Capello e  a Port Elisabeth deve affrontare la Slovenia, rivelazione dei mondiali 2010,  che guida la classifica del gruppo C con 4 punti. La partita verrà trasmessa in esclusiva su Sky Mondiali.
La sfida per la nazionale inglese non è facile.
Anche perché gli Usa, a 2 punti, possono sperare nel passaggio agli ottavi di finale dal momento che in contemporanea, cioè sempre alle 16, affronteranno a Pretoria l'Algeria ferma a un punto.

Alle 20,30 tocca alla Germania

Questa sera, invece, è il turno delle 4 squadre del gruppo D.
A Johannesburg alle 20,30 si affronteranno Ghana-Germania, in onda su Rai1 e su Sky Mondiale.
Il Ghana è l'ultima nazionale africana ancora in corsa per il passaggio agli ottavi di finale. Guida la classifica del girone con 4 punti e deve strappare almeno un pareggio per superare lo scoglio.
I tedeschi, invece, sono fermi a 3 punti e devono per forza vincere se vogliono essere sicuri di superare la fase a gironi.
Sempre alle 20,30 a Nelspruit scendono in campo Serbia-Australia, trasmessa in esclusiva su Sky Mondiale.
L'Australia se vuole passare il turno, però, deve vincere e sperare che il Ghana batta la Germania.

Mondiali: Grecia-Argentina0-2, eliminati gli ellenici

L'Argentina rispetta i pronostici e al "Peter Mokaba Stadium" supera ed elimina la Grecia (2-0). Decidono i gol di Demichelis e Palermo. Messi e compagni chiudono il girone B a punteggio pieno e agli ottavi affronteranno il Messico, seconda classificata del girone A.
  L'Argentina detta i tempi e ha una netta superiorita' nel possesso palla, la Grecia e' rintanata nella propria meta' campo. Tuttavia di conclusioni verso la porta avversaria neanche a parlarne da una parte e dell'altra. Al 18' il primo tiro: giocata personale di Aguero che si fa spazio fra due avvesrari, entra in area e conclude a rete,Tzorvas si salva in angolo. Poco dopo il portiere greco dice di no anche a Veron, autore di un bolide centrale dalla distanza. Messi e compagni fanno girare la palla, Veron fa il metronomo, ma la Grecia e' abile a chiudere gli spazi.Al 33' occasione per l'Argentina: Milito conclude forte dalla destra, Tzorvas respinge su Aguero che conclude prontamente, palla in angolo. Al 35' Clemente Rodriguez scambia con Veron che arriva sul fondo sinistro e crossa, Tzorvas non arriva sul pallone, ma Torosidis salva mettendo in angolo. Al 45' Romero e' costretto ad un'uscita con i pugni su un pericoloso cross dalla destra di Karagounis. Nel finale di tempo altre due grandi occasioni per l'Argentina prima con un tiro di Maxi Rodriguez e poco dopo con una conclusione a girare di Messi, sulle quali si fa trovare pronto Tzorvas. Nella ripresa al 3' occasione per la Grecia con Samaras che approfitta di un errore di De Michelis; l'attaccante avanza, contrastato da Burdisso, entra in area, la prima conclusione rimbalza sul difensore, poi sbaglia il diagonale. Al 23' ci prova Messi direttamente su calcio di punizione, Tzorvas manda in angolo. Dopo il tiro dalla bandierina altra grande parata di Tzorvas su conclusione ravvicinata di Bolatti. Al 32' Argentina in vantaggio: angolo dalla sinistra, colpo di testa di DeMichelis, palla sulla mano di Milito, il difensore riprende e ribadisce in rete.
  L'Argentina chiude in avanti e al 40' con una potente conclusione di Messi colpisce in pieno il palo alla destra del portiere. Al 44' il raddoppio: conclusione di Messi respinta da Tzorvas, sulla ribattuta Palermo e' pronto a ribadire in rete.

Calcio, Mondiali: 2-2 con la Nigeria, Corea del Sud agli ottavi

Nigeria e Corea del Sud hanno pareggiato 2-2 nell'ultima giornata del Gruppo B del Mondiale.
In virtù della sconfitta della Grecia gli asiatici chiudono il girone al secondo posto con 4 punti, ultimi gli african fermi a 1. A segno per le Super Aquile Uche al 12' del primo tempo e Aiyegbeni al 24' della ripresa. Per gli uomini di Jung-Moo in gol Lee Jung-Soo al 38' del primo tempo e Park Chu Young al 4' del secondo tempo. Agli ottavi di finale i coreani sfideranno l'Uruguay.

Gruppo A: Francia-Sudafrica 1-2

Bafana Bafana in rete con Khumalo e Mphela, Bleus con Malouda
Il Sudafrica batte la Francia 2-1 nell'ultima giornata del gruppo A dei mondiali del Sudafrica. Entrambe le squadre non si qualificano per la fase successiva. Al 19esimo minuto del primo tempo e' il Sudafrica a passare in vantaggio con Khumalo. Al 25esimo i transalpini restano in dieci: espulso Gorcuff per gioco scorretto. Al 37esimo e' Mphela a raddoppiare per i Bafana Bafana. La Francia accorcia le distanze al 25esimo della ripresa con Maluoda.

Messico-Uruguay, è festa per due Il Sudafrica s'illude ma resta fuori

Avanti le sudamericane, ai Bafana non basta la vittoria con la Francia
Non c’è stato il pareggio soporifero che molti temevano, ma alla fine Uruguay e Messico sono passate lo stesso entrambe agli ottavi di finale. È stato un match vero e l’ha vinto la "Celeste", più solida e concreta, con un gol di Suarez alla fine del primo tempo.

I messicani si sono qualificati grazie alla migliore differenza reti rispetto al Sudafrica che ha battuto la Francia. L’Uruguay invece prevale nel girone A da grande, imbattuto e senza incassare un solo gol. La partita del possibile "biscotto" inizia con maglie verdi messicane a perdita d’occhio sugli spalti di Rustenburg e Cuathemoc Blanco, ’lo scorpionè di 37 anni, in campo dall’inizio per i centramericani. L’Uruguay invece ripropone l’undici dell’ultima gara, con il trio offensivo Cavani-Forlan-Suarez. Al 6’ messicani in vacanza difensiva, Suarez scappa su un rilancio e quasi dal limite batte di destro sull’uscita di Perez: fuori.

Pochi secondi e il vecchio Blanco arriva tardi su un assist del giovane Giovani dos Santos. Non sembra una partita anestetizzata. Il Messico palleggia di fino e spera che il centravanti Franco finalmente inquadri la porta, l’Uruguay cerca soluzioni più sbrigative appoggiandosi a Forlan. Pericolosa la ’Celestè con Victorino e Alvaro Pereira, ma al 20’ un missile di Guardado da trenta metri scuote la traversa di Muslera. Il Perez uruguayano si spacca il sopracciglio per una mezza gomitata dello stesso Guardado in contrasto aereo. Al 43’ il gol: cross lunghissimo di Cavani da destra, Suarez sul secondo palo è solo e segna di testa. Aguirre nella ripresa mette subito il veloce Barrera per Guardado, ma Lugano al 9’ va vicino al 2-0 di testa: Perez vola. Il Messico sembra spaventato, l’Uruguay più tranquillo. Entra anche il giovane prodigio Hernandez per Blanco, che ormai è fermo. Un minuto e il difensore messicano Rodriguez di testa manda fuori da un passo un assist perfetto di Barrera. Nel resto dell’incontro non succedono cose grosse. I messicani ricevono buone notizie da Johannesburg, dove la Francia accorcia le distanze sul Sudafrica e allontana il rischio dell’eliminazione per differenza reti.

Mondiali 2010: Francia. Domenech "Sciopero giocatori una stupidaggine"

"Per 45 minuti, o forse piu', ho cercato di convincere i giocatori di quanto fosse imbecille e stupido quello che stavano facendo". Lo dice Raymond Domenech commentando lo sciopero indetto ieri da Evra e compagni che non si sono allenati in segno di solidarieta' nei confronti di Nicolas Anelka. "A un certo punto mi sono detto che questa pagliacciata doveva finire, per questo ho preso il foglio, l'ho letto e sono andato via. Ma - precisa il ct della Francia alla vigilia della sfida con il Sudafrica - non approvavo per nulla quel comunicato".

Villa trascina la Spagna Honduras sconfitto 2-0

Dopo l'inaspettato ko contro la Svizzera all'esordio, la nazionale iberica si riscatta battendo la squadra centroamericana. Doppietta per il nuovo attaccante del Barcellona, che sbaglia anche un calcio di rigore. Nel gruppo H, gli spagnoli sono ora secondi dietro al Cile
Le furie rosse ritrovano gioco e spettacolo contro l'Honduras, e il Mondiale ha una fiammata d'orgoglio in chiave europea. È finita 2-0, ma la Spagna avrebbe potuto vincere con uno scarto ancora più largo se Villa, autore comunque di una doppietta, avesse segnato un rigore concesso agli spagnoli al 17' del secondo tempo e se i suoi compagni fossero stati più concreti, e fortunati, in qualche altra circostanza. In ogni caso, con questa partita i campioni d'Europa hanno dato l'impressione di aver smaltito la brutta botta della sconfitta nel loro match d'esordio contro la Svizzera, e quindi di poter tornare a recitare una parte da protagonisti.

SUPER VILLA - Grande protagonista dell'incontro è quel David Villa che fu già decisivo due anni fa agli Europei e comincia a dare spettacolo anche al Mondiale. Dopo un tiro con cui ha centrato la traversa al 7', facendo quindi subito capire quali fossero le intenzioni della sua squadra, ha segnato il primo gol al 17' con una splendida azione con cui si è liberato di due avversari prima di 'fulminarè Vallarades con il destro. In precedenza il portiere honduregno aveva corso dei rischi anche su un colpo di testa di Sergio Ramos, mentre l'arbitro aveva graziato i centro-americani sorvolando su un atterramento in area di Xabi Alonso da parte di Mendoza. Dopo il gol, la Spagna si rendeva ancora pericolosa con un cross dell'imprendibile Jesus Navas su cui Xavi, in tuffo di testa, non arrivava per un soffio. La Spagna continuava a dominare, Villa seminava ancora gli avversari al 32' ma sul suo assist in area non c'erano compagni pronti ad intervenire. Poi si faceva finalmente vivo Fernando Torres: al 33' con bel colpo di testa, un minuto dopo con un tiro finito di poco alto. Nella ripresa, dopo appena sei minuti, la Spagna ribadiva la propria superiorità segnando ancora su Villa, su passaggio del solito Jesus Navas: il tiro del bomber appena acquistato dal Barcellona era spizzato da Chavez di quel tanto che bastava per mettere fuori causa il portiere dell'Honduras.

ORA IL CILE - A quel punto la partita era praticamente finita, e la squadra di Del Bosque, ancora dominatrice, si prendeva anche il lusso di sprecare un rigore con il solito Villa, che calciava a lato alla sinistra del portiere, vedendo così sfumare la possibilità della tripletta. Il penalty era stato concesso per un fallo non chiarissimo di Izaguirre su Navas. Poi Del Bosque mandava in campo Fabregas per Xavi, ma la sapienza tattica degli spagnoli a centrocampo non veniva meno, mentre le ripartenze honduregne con Martinez e Suazo non risultavano mai efficaci. Per la Spagna c'era ancora all'attivo un tiro di Mata finito fuori: l'attaccante era subentrato poco prima a Torres. Ora alla Spagna basterà un successo anche di misura contro il Cile (che però per quanto visto finora non sembra un avversario facile) per vincere il girone H, a meno che la Svizzera non superi l'Honduras con tre o più gol di scarto. Intanto il Mondiale sembra aver ritrovato una delle sue principali favorite: con un Villa così e quel centrocampo alle spalle, tutto è possibile.

Cile-Svizzera 1-0: Gonzalez avvicina la Roja agli Ottavi di Finale

Il Cile ha battuto la Svizzera per 1-0 nella seconda giornata del Gruppo H, passando in testa a quota 6 punti. Decide una rete di Gonzalez. Dopo un primo tempo equilibrato, ma con la Svizzera in sofferenza per l'espulsione di Behrami dopo una gomitata ad un avversario, il Cile esce fuori nella ripresa. Al 75' Gonzalez sigla la rete della vittoria, ma a seguire sono innumerevoli le palle-gol sprecate dai sudamericani. Nel finale la Svizzera sfiora il pareggio.

Mondiali: Portogallo-Corea del Nord 7-0

Il Portogallo mette le mani sulla qualificazione agli ottavi grazie alla vittoria per 7-0 sulla Corea del Nord. Primo gol per Ronaldo.
Apre Meireles al 29', ma la gara si decide nella ripresa quando, in 7 minuti, arrivano le reti di Simao, Almeida e Tiago. All'81' Leidson firma il 5-0, seguito dal primo gol di Cristiano Ronaldo e dalla doppietta personale dell'ex juventino Tiago. I lusitani salgono al secondo posto del gruppo G con 4 punti, alle spalle del gia' qualificato Brasile.

Brasile - Costa d'Avorio 3-1

Il Brasile si è imposto per 3-1 contro la Costa d'Avorio nel secondo turno del Girone G del Mondiale di calcio in Sudafrica.
Le reti verdeoro sono state messe a segno da Luis Fabiano al 25' e al 51' e da Elano al 62'; di Drogba al 79' il gol ivoriano. Nervoso il finale di gara, nel quale è stato espulso Kakà. Il Brasile guida ora il girone con 6 punti, mentre la Costa d'Avorio resta a 1 con il Portogallo, mentre la Corea del Nord è ferma a zero. Lusitani e asiatici si sfideranno domani alle 13.30. Con questo risultato, il Brasile è già matematicamente agli ottavi di finale.

Flop Italia, solo 1-1 con la N. Zelanda

Gli azzurri deludono. Sotto 1-0 pareggiano con Iaquinta su rigore. Ora bisogna battere la Slovacchia - Lippi: «Ancora poco fortunati»
NELSPRUIT  - Si complica il cammino dell’Italia ai Mondiali di Sudafrica 2010. Gli azzurri nella seconda gara del Gruppo F non vanno oltre l’1-1 con la Nuova Zelanda e ora dovranno vincere con la Slovacchia per assicurarsi il passaggio agli ottavi di finale. La squadra di Lippi delude in avanti e subisce ancora una rete da calcio piazzato.

Gli "All Whites" passano subito in vantaggio, al 7’ Smeltz beffa la retroguardia azzurra, anche se in posizione di fuorigioco, e complicano le cose alla formazione di Lippi. Il pari arriva al 29’ con un rigore trasformato da Iaquinta. L’Italia con il lutto al braccio per ricordare Roberto Rosato, mitico stopper della generazione dei ’messicanì scomparso a 66 anni, scende in campo con la stessa formazione che ha giocato con il Paraguay ma con un modulo differente, un 4-4-2. La Nuova Zelanda di Herbert replica con un 3-4-3 molto difensivo, con gli esterni pronti a trasformare la difesa a 5. Primo tempo difficile per l’Italia con gli ’All Whites’ che partono meglio e mettono pressione agli azzurri con i palloni alti.

Al 7’ i neozelandesi passano in vantaggio. Punizione di Bertos verso l’area, tocca Reid di testa, devia anche Cannavaro e la palla giunge a Smeltz che da pochi metri tocca e anticipa Marchetti. La posizione di Smeltz era comunque di fuorigioco sul tocco di Reid, ma la terza guatemalteca non lo rileva. La squadra di Lippi accusa il colpo e ci mette alcuni minuti per riprendere il filo del gioco. Al 17’ occasione per Chiellini. Da azione d’angolo di Pepe il pallone deviato da Cannavaro arriva sui piedi del difensore che dal limite dell’area piccola svirgola incredibilmente. Al 22’ ci prova Zambrotta con una conclusione potente ma il pallone termina di poco alta sopra la traversa. La Nuova Zelanda si difende lanciando lungo appena è possibile con gli avanti che difendono molto spesso la sfera alzando troppo i gomiti. Al 27’ Italia vicina al pareggio: clamoroso palo colpito da Montolivo. Il centrocampista azzurro calcia benissimo dal limite ma il pallone si infrange sul palo interno.

Un minuto dopo cross da sinistra di Chiellini, Smith trattiene De Rossi per la maglia e l’arbitro assegna il tiro dal dischetto. Iaquinta al 29’ non sbaglia, spiazza il portiere e fa 1-1. La squadra di Herbert arretra ulteriormente il baricentro del gioco e al 45’ gli azzurri vanno vicini al vantaggio: conclusione potente di De Rossi con Paston che respinge e un difensore che manda in angolo. Lippi non è completamente soddisfatto della prestazione e si fa sentire. All’intervallo il ct cambia e passa al tridente inserendo Camoranesi per Pepe e Di Natale per Gilardino. Il bomber dell’Udinese ci prova subito in mezza girata ma è pronto Paston a respingere. Il fraseggio dell’Italia è lungo e costante ma non porta a conclusioni pericolose. Al 15’ lancio in profondità di De Rossi per Iaquinta che in area riceve palla, si gira e conclude al lato.

Subito dopo Lippi inserisce ancora una punta, Pazzini al posto di Marchisio. Ora ci sono tre punte vere in campo. Al 18’ su rimessa laterale respinge di testa Cannavaro e Vicelich di destro spedisce la palla fuori di poco alla destra di Marchetti. Al 25’ si rivede Montolivo: giocata in verticale di Camoranesi e conclusione angolata a potente del numero 22 azzurro respinta a mano aperta dal portiere neozelandese. Poco dopo contropiede azzurro con Montolivo a destra che cerca Pazzini, tocca Nelsen e arriva Di Natale il cui cross teso viene ancora spazzato da Nelsen. La pressione dell’Italia è costante ma i neozelandesi riescono a difendersi e al 38’ sfiorano il colpaccio. Wood salta Cannavaro e fa partire un velenoso diagonale che sfiora il palo alla sinistra di Marchetti. Camoranesi e Zambrotta ci provano nel finale ma è ancora reattivo Paston e la difesa neozelandese.

Lippi: «Ancora poco fortunati»
«Ancora una volta siamo stati poco fortunati, ma era una partita da vincere e non è che abbiamo fatto grandi cose. Qualcosa di più bisogna fare». Questa, a caldo, l’analisi della partita di Marcello Lippi al termine di Italia - Nuova Zelanda, che ha visto gli azzurri raccogliere un deludente pareggio, il secondo di questi Mondiali. «Anche oggi - ha detto il ct azzurro ai microfoni della Rai - alla prima palla in mezzo gli avversari hanno fatto gol. Poi siamo riusciti a raddrizzare la partita, ma era un match da vincerè». L’assenza di Pirlo si fa sentire: «Lui è un grande giocatore e ci darebbe una mano - ha concluso Lippi - ma non è ancora pronto».

Concorda Gianluca Zambrotta: «Abbiamo fatto una buona gara, abbiamo preso il gol nell’unica occasione avversaria, come successo con il Paraguay, su palla inattiva. Abbiamo dato tutto per cercare di vincere la partita, abbiamo creato tantissimo e ci è andata male».

La Slovacchia non tira mai in porta Vita facile per il Paraguay: è 2-0

Successo agevole e ipoteca sulla qualificazione per i sudamericani. Hamsik e compagni non impensieriscono mai il portiere Villar. Le reti arrivano al 27' del primo tempo con Vera e al 41' della ripresa con Riveros. Gli azzurri costretti a segnare molto

Bloemfoentein - Quello degli slovacchi è un suicidio di massa. Dopo il pareggio concesso a recuperato scaduto ai neozelandesi gli uomini del ct Weiss si scordano gioco e grinta negli spogliatoi e per il Paraguay è tutto (troppo) facile. Un 2-0 netto, senza discussioni. Che lancia l'Albiroja verso gli ottavi di finale (nell'ultimo match del girone se la vedranno con la Nuova Zelanda) e costringe l'Italia a segnare molto se vuole conquistare il primo posto nel girone ed evitare l'Olanda negli ottavi di finale. Agli uomini di Martino bastano due accelerazioni per tempo. Al 27' della prima frazione ci pensano Barrios e Vera. Sponda di testa dell'attaccante per l'inserimento preciso del centrocampista in area. Difesa bruciata, tocco d'esterno all'angolino e Mucha capitola: 1-0. Il raddoppio nella ripresa. Al 41' i paraguayani pasticciano nell'area avversaria. poi la palla arriva al limite a Riveros. Stop e tiro secco di sinistro. Mucha cade ancora: è il 2-0 della tranquillità per il Paraguay.

Slovacchia senza occasioni Al 4' i sudamericani fanno vivi con Santa Cruz, Mucha devia e sventa la prima minaccia. In un match bloccato, con spazi ridotti al minimo, le occasioni sono rare. Bisogna aspettare il 19’ per vedere il secondo tiro della giornata: ci prova Riveros dal limite, Mucha è ancora attento. La Slovacchia, che avrebbe bisogno di un successo dopo il deludente pareggio all’esordio con la Nuova Zelanda, si preoccupa solo di tappare i buchi e non punge. Il napoletano Hamsik, che dovrebbe aggiungere qualità a un organico modesto, è un fantasma.Dopo il vantaggio i sudamericani sfiorano il raddoppio al 39’. Santa Cruz prova a sorprendere Mucha, il portiere salva di piede. Chi si aspetta la reazione della Slovacchia all’inizio della ripresa rimane deluso. Il Paraguay, senza troppi patemi, può recitare il copione preferito: aspetta e riparte senza fretta quando si presenta l’opportunità. Il secondo tempo non offre nulla fino al 17’. A interrompere la monotonia provvede la combinazione Santa Cruz-Vera: cross dell’attaccante, colpo di testa del centrocampista che sfiora palo e doppietta. Il sipario cala con la rete di Riveros. Villar fa in tempo a sporcarsi maglia e guanti prima del fischio finale: Vittek tira da fuori, il portiere del Paraguay vola sotto la traversa e compie il primo intervento del pomeriggio.

Camerun-Danimarca 1-2

Africani sconfitti in rimonta ed eliminati. Olanda agli ottavi
Danimarca-Camerun 2-1 nella 2/a giornata del girone E dei Mondiali. Gol di Eto'o (Camerun) al 10', poi Bendtner al 33', Rommedahl al 61'.
L'Olanda, che oggi ha sconfitto il Giappone, e' quindi la prima squadra del Mondiale gia' qualificata. Il Camerun, invece, e' matematicamente eliminato. La classifica del girone (associato a quello dell'Italia per gli ottavi) e' la seguente: Olanda 6 punti, Danimarca e Giappone 3, Camerun 0. Prossime gare il 24 giugno: Camerun-Olanda e Danimarca-Giappone.

Ghana spreca, Australia graziata: 1-1

 (ANSA)
Saranno anche il meglio dell'Africa visto finora al mondiale (e non ci vuole molto), ma i ragazzi del Ghana fanno troppo i fenomeni e alla fine non riescono a battere l'Australia, rimasta in dieci per oltre un'ora. Sfuma cosi' una possibile quasi qualificazione agli ottavi nel girone D. I canguri se la prendono con Rosetti per l'espulsione di Kewell al 25' (tocco di braccio sulla linea di porta, forse non del tutto volontario, ma decisione corretta), restano in piedi e rischiano pure il colpo gobbo nella ripresa. Tenteranno il miracolo contro la Serbia nell'ultima partita.
A Rustenburg si e' vista l'ennesima topica di un portiere: stavolta il ghanese Kingson, che trasforma una punizione innocua di Bresciano in una saponetta; Holman riprende e insacca facile. E' l'11'. L'Australia sembra piu' tonica, ma un quarto d'ora dopo ecco quella che sembra la svolta del match. La stella appannata Kewell respinge sulla linea con il braccio un tiro degli avanti ghanesi: espulsione e rigore tra le proteste australiane. Gyan trasforma come aveva fatto contro la Serbia. 'Aussies' di nuovo in dieci (con la Germania era stato cacciato Cahill, un altro veterano). Il Ghana si prende il pallone e non lo molla. Ayew, Gyan, Asamoah e Boateng fanno girare la testa agli australiani, ma non sono cattivi in area.
L'unica occasione e' per Boateng, che al 43' ruba palla, si invola e da destra in punta il palo lontano con un rasoterra: grandissima deviazione di Schwarzer. In apertura di ripresa Gyan e' troppo veloce per i difensori, il destro a giro e' respinto in tuffo dal portiere. Poi pero' gli uomini di Rajevac si danno ai tiri da fuori e ognuno degli attaccanti sembra voler passare alla storia da solo. Al 21' entra Chipperfield per Bresciano e pochi secondi dopo incorna alto da ottima posizione. Un paio di spunti di Gyan, ma e' ancora Chipperfield a pescare solo davanti al portiere Wilkshire, che spara addosso a Kingson. Sulla ribattuta tiro inguardabile di Kennedy, entrato da non molto per Holman. Occasione enorme. I ghanesi ora hanno paura e perdono palloni dietro. Quattro ammonizioni beccate in superiorita' numerica sono una specie di grottesco record, frutto anche di un vistoso calo fisico.
Rosetti tiene bene in mano la partita. Nell'ultimo quarto d'ora l'Australia vede che l'avversario e' fermo e prova a spingere sulle fasce e a crossare per combattere in area. Entra l'interista Muntari nel Ghana, che prova un forcing troppo tardivo. Paintsil becca una testata involontaria da un compagno ed esce in barella. Finisce pari, il Ghana potrebbe pagarlo caro contro la Germania.

Olanda-Giappone 1-0

In una partita del 2/o turno del gruppo E ai Mondiali in Sudafrica, Olanda-Giappone 1-0. 
La rete che ha deciso l'incontro e' di Sneijder (53').1/o tempo bloccato: i Tulipani conducono il gioco,il Giappone si difende con ordine.
Unico tiro in porta di Van Marwijk al 46',para Kawashima.
Ripresa e Olanda in vantaggio: van Persie serve all'indietro Sneijder, destro potente, il portiere giapponese ci mette i pugni ma devia nella sua rete. Poi Afellay sbaglia il raddoppio, mentre Okazaki sfiora il pari.

Un'altra grande soffre, Inghilterra-Algeria 0-0

Ancora un pareggio per l' Inghilterra ai Mondiali. 
Dopo l'1-1 all'esordio con gli Stati Uniti, arriva lo 0-0 contro l'Algeria. La buona organizzazione difensiva degli algerini imbriglia nel primo tempo la manovra dell'Inghilterra che si rende pericolosa solo con due tiri di Lampard e Rooney. La squadra di Capello continua a spingere nella ripresa ma non impensierisce piu' di tanto la retroguardia africana. Ora la nazionale dei Tre Leoni dovra' battere la Slovenia per andare avanti.

Slovenia - Stati Uniti 2-2 - Bradley Jr salva papà CT

Gli Stati Uniti restano in corsa per il passaggio agli ottavi di finale grazie a Bradley junior che con il suo gol evita non solo la sconfitta della sua squadra contro la Slovenia ma salva anche suo padre commissario tecnico della nazionale a stelle e strisce da una brutta figura. 
Finisce 2 a 2, con un tempo per parte: il primo per gli sloveni, che hanno infatti chiuso con il doppio vantaggio grazie ai gol di Birsa al 13' e di Ljubijankic al 42', il secondo per gli Usa che accorciano in avvio di ripresa con uno strepitoso Donovan e poi pareggiano con appunto Bradley junior all'82. Ed anzi c'e' da dire che gli Stati Uniti due minuti dopo il pari hanno anche segnato un terzo gol con Bocanegra ma inspiegabilmente l'arbitro ha annullato. Solo che se fallo c'era, lo era a danno degli avanti americani: da rigore netto la trattenuta nei confronti di Bradley. Inutili le proteste della formazione statunitense. In classifica adesso la squadra slovena allenata da Kek e' a quota 4 punti, in testa ma in attesa dell'incontro di stasera tra Inghilterra (1 punto) e Algeria (0 punti), mentre gli Usa di punti ne hanno 2 e nella terza giornata se la vedranno con gli africani. Di sicuro e' la Slovenia a doversi rammaricare perche' con il doppio vantaggio al termine dei primi 45 minuti poteva dirsi al sicuro e gia' da oggi con un piede negli ottavi di finale. Ma le partite durano 90 minuti ed oltre.

La Serbia firma l'impresa contro la giovane Germania

Impresa della Serbia ai mondiali sudafricani.
La nazionale di Antic ha battuto infatti 1-0 la Germania nella gara valida per la seconda giornata del girone D di qualificazione. Decide un gol di Jovanovic al 38' del primo tempo, dopo che appena un minuto prima i tedeschi erano rimasti in dieci per l'espulsione di Klose (doppio giallo). Al 46' la Germania va vicina al pareggio con Khedira, il cui tiro si stampa però sulla traversa. Ma é nella ripresa che si registrano le vere emozioni, con i tedeschi che cercano in tutti i modi di ristabilire la parità.
Al 15' l'arbitro spagnolo Undiano fischia rigore per i tedeschi per un fallo di mano in area di Vidic: sul dischetto va Podolsky ma Stojcovic para. La Germania accusa il colpo, mentre la Serbia riprende fiato e va a caccia del raddoppio: al 22' Jovanovic colpisce il palo e poco dopo Zigic stampa il suo tiro sulla traversa. La gara si conclude 1-0 per i serbi: un brutto colpo per la Germania, tra le favorite del mondiale soprattutto dopo il poker rifilato all'Australia. Dopo Francia e Spagna, dunque, un'altra grande nazionale europea va ko. Al momento, a dividersi la testa della classifica del gruppo D sono in tre: Germania, Serbia e Ghana. Quest'ultima domani affronterà l'Australia, ferma ancora a zero punti: in caso di vittoria gli africani potrebbero conquistare la vetta solitaria della classifica.

Francia travolta dal Messico, è crisi

(La Stampa - Roberto Beccantini)
Bleu praticamente eliminati. Domenech: «Non ho parole»
Blu tenebra. Il Messico tira una riga sulla Francia di Raymond Domenech: a casa, per favore. Perché ciò avvenga, basterà che la squadra di Javier Aguirre e l’Uruguay pareggino. Scommettiamo? Di torte se ne intendono anche loro. Povera Francia, un disastro dopo l’altro. Con e senza Malouda. Con Ribery più esterno o più interno. Con Henry più fuori che dentro (per favore, non diventi un alibi). Sono gli Zidane che cambiano il destino, non i Domenech: questi, al massimo, possono solo irritarlo. Dopo la finale di Berlino, la Francia si è sciolta, letteralmente: fuori nella fase a gironi degli Europei 2008; fuori, al novantanove per cento, nella fase a gironi del primo Mondiale africano.

Il Messico, che in amichevole le aveva suonate anche all’Italia lippiana, l’ha rosolata a fuoco lento, attento a non sperperare gli spiccioli di episodi. Se il gol con il quale Javier Hernandez ha sbloccato il risultato puzza di fuorigoco, il verdetto no, il verdetto è limpido. C’erano in campo un gruppo che giocava e un gregge che arrancava: non poteva che vincere il primo.

Rispetto allo squallido nulla con l’Uruguay, Domenech («Devo trovare le parole per questa sconfitta») aveva tolto Gourcuff, inserito Malouda («È una vergogna perdere così») e accentrato Ribery. La sfida ha prodotto un ritmo che, in passato, avrebbe messo in crisi il Messico, non ora. Anzi. Nel primo tempo, sono sue le (rare) occasioni, soprattutto sul fianco sinistro, là dove Salcido, terzino-ala come Dio comanda, stordisce la coppia Sagna-Govou e arriva a impegnare Lloris. I francesi si rifugiano nelle sgroppate di Ribery, sul quale i difensori vigilano a tripla mandata. Diaby e Toulalan (ammonito, niente Sud Africa) portano palla. I blu ruminano il solito calcetto sterile, impotente. E in materia di retropassaggi, la gittata non sempre ponderata favorisce i «morsi» di Guillermo Franco e Giovani. Marquez è il pendolo dell’orologio messicano, le cui lancette dettano i tempi di una manovra che il freddo di Polokwane contribuisce a rendere frenetica su entrambi i fronti. Nessun dubbio che il Messico sia più squadra, ma l’equilibrio sembra la nebbia di certe notti padane: si taglia col coltello.

Alla ripresa, la musica non cambia: e, a essere sinceri, non è una bella musica. Anzi. Con Gignac al posto di Anelka, un fantasma, Domenech cerca più profondità. Pia illusione. Finalmente Malouda: Perez si avvita. Tutta qui, la produzione offensiva dei blu. Aguirre, che aveva già avvicendato l’infortunato Vela con Barrera, richiama Juarez (ammonito, niente Uruguay) e sguinzaglia il ventiduenne Javier Hernandez, ritoccando l’assetto. Sono le punizioni a far guadagnare metri, come le touches nel rugby. Malouda e Ribéry si scambiano e si cercano, finendo per annullarsi. Gignac rema al largo, la spinta di Sagna ed Evra è flebile. La sfida rimane incollata a cadenze esasperate, la staffetta tra Guillermo Franco e Cuauthemoc Blanco introduce l’episodio che spacca la notte. Lancio di Marquez per Javier Hernandez, siamo sul filo del fuorigioco se non oltre, Abidal e Gallas si astengono, Hernandez, tutto solo, scarta addirittura Lloris.

Valbuena rileva un Govou fumoso e legnoso, la Francia attacca per inerzia, non più di due passaggi azzeccati e, negli occhi, lo spettro di una resa senza condizioni. La frittata che Abidal combina su Barrera (rigore netto, trasformato da Cuauhtemoc Blanco, classe 1973) ribadisce quanto lo spogliatoio fosse già allo sbando prima di scendere in campo, e non ci sia più niente da fare, ma tutto da rifare. Non invidio Laurent Blanc, colui che dovrà farsi carico delle macerie lasciate da Domenech e, diciamolo con franchezza, da una generazione di giocatori ormai alla frutta: a livello anagrafico, e sul piano delle risorse intere, concrete, non quelle millantate in tv o sui giornali. Per la cronaca, e per la storia, una Francia eliminata senza gol all’attivo non sarebbe neppure una novità. Era già successo ai Mondiali del 2002: 0-1 con il Senegal, 0-0 con l’Uruguay, 0-2 con la Danimarca. Buona notte, tristezza.

Grecia, vittoria in rimonta sulla Nigeria

Al Free State Stadium di Bloemfonteim la Grecia batte la Nigeria 2-1. 
Al 16' africani in vantaggio con il calcio di punizione di Uche con palla che non trova deviazioni prima di terminare alle spalle di Tzorvas. Al 33' Nigeria in inferiorità numerica per l'espulsione di Kaita per fallo di reazione. Al 44' il pareggio: Salpingidis da fuori area calcia forte e, complice la deviazione di Haruna, infila il portiere nigeriano. Al 26' la Grecia completa la rimonta: bolide di Tziolis respinta da Enyeama. Sulla palla arrivava Torosidis che da due passi firma il 2-1.

Argentina - Corea del Sud 4-1, tripletta di Higuain

Nella seconda giornata del gruppo B, l'Argentina travolge la Corea del Sud 4-1 e si qualifica agli ottavi di finale.
Grande protagonista dell'incontro Higuain, che ha messo a segno la prima tripletta del mondiale, portandosi anche in  testa alla classifica marcatori.
Con i suoi sei punti la formazione di Maradona è la prima qualificata per gli ottavi di finale dei Mondiali sudafricani e si candida come una delle squadre piu' temibili e convincenti per la vittoria finale.

Mondiali - Gruppo A: Sudafrica-Uruguay 0-3

L'Uruguay ha battuto 3-0 il Sudafrica nella seconda partita del Gruppo A dei Mondiali.
Decidono la doppietta di Diego Forlan (24' del primo tempo, 35' della ripresa su rigore) e il gol in pieno recupero (50' st) di Pereira. Padroni di casa in 10 dal 31' del secondo tempo per l'espulsione del portiere Khune. In classifica gli uomini di Tabarez salgono al primo posto con 4 punti in attesa del match tra Messico e Francia. Bafana Bafana fermi a quota uno.

Mondiali: cade la Spagna, laSvizzera a sorpresa vince 1-0

La Svizzera ha regalato al Mondiale sudafricano la prima vera sorpresa. 
Gli elvetici hanno battuto la Spagna 1-0 rompendo al 52' con un gol di Ferandes l'assedio improduttivo delle 'furie rosse'. La squadra in maglia bianca ha addirittura sfiorato il raddoppio, colpendo un palo, altro lampo nel bel mezzo del forcing spagnolo. Una pressione costante, quella della squadra di Del Bosque, ma che non ha prodotto neanche il gol del pareggio. La Svizzera e' in testa con il Cile che ha battuto 1-0 l'Honduras nella prima gara del gruppo H.

Cile - Honduras 1-0

Grazie ad un gol di Beasusejour, il Cile ha sconfitto per 1-0 l'Honduras a Nelspurit nel primo match del Gruppo H dei Mondiali di calcio sudafricani.
La squadra di Bielsa si è imposta con il minimo scarto ma il punteggio poteva essere ben più rotondo vista la netta superiorità dei valori in campo e le numerose occasioni create dai cileni. Davvero poca cosa l'Honduras di Rueda, almeno in questa prima apparizione. Il gol decisivo arriva al 34° : Isla avanza da destra, cross al centro dell'area dove Beausejour anticipa tutti e supera Bravo, complice il rimpallo sulla propria gamba dopo il tocco di Mendoza.

Brasile-Corea del Nord 2-1

(ANSA - Alessandro Castellani)
Doveva essere il Mondiale della nazionali africane, e invece finora lo e' stato delle asiatiche. Dopo Corea del  Sud e Giappone, che all'esordio hanno vinto, e' la volta della Corea del Nord che, pur sconfitta di misura, ha fatto prendere un  grosso spavento al Brasile. La Selecao ha quindi conquistato i tre punti, ma certo non ha impressionato e il 2-1 finale forse non  rende giustizia alla nazionale del ct Kim Jong Hun che, forte di questa prestazione, continua a dirsi sicuro di passare il turno.
Quello di Dunga e' stato un Brasile in tono minore. Un'invenzione dell'interista Maicon, che al 10' st ha segnato tirando di sinistro  dalla linea di fondo, ha spianato la strada ai pentacampioni in questo esordio mondiale molto piu' difficile del previsto, e dopo un  primo tempo in cui sull'Ellis Park aveva aleggiato lo spirito di Pak Doo Ik. Nel gelo di Johannesburg c'e' stato il rischio che, 44 anni  dopo Middlesbrough, si verificasse un'altra clamorosa sorpresa e che stavolta, invece dell'Italia, fosse il Brasile ad arrossire di  vergogna.
Fino al termine dei primi 45' la Corea si era difesa con molto ordine, schierando una difesa a cinque e mettendo spesso dieci uomini  dietro la linea della palla. Poi si era fiondata in avanti con velocissime ripartenze in cui si era messo in evidenza il centravanti  Jong Tae Se, il 'Rooney d'Asia' che ha pianto a dirotto al momento dell'inno, ma in campo ha confermato di essere un elemento  interessante creando le due maggiori occasioni del primo tempo: prima 'bevendosi' due difensori avversari all'11' ma poi tirando  debolmente, poi con un bel diagonale calciato a lato al 25'. Il Brasile aveva risposto solo con il magico sinistro di Michel Bastos, di  poco alto al 35'.
La Selecao si era sbloccata dopo la rete di Maicon, il primo terzino del Brasile a segnare al Mondiale 24 anni dopo quel Josimar  che poi divento' cacciatore di belve feroci in Amazzonia. Da quel momento i brasiliani avevano ricominciato a giocare il loro calcio  tecnico, nonostante la palla al piede di un Kaka' fra i peggiori in campo. Il raddoppio arrivava con un 'piatto' destro di Elano  splendidamente pescato in area da Robinho, e quel punto per il Brasile sembrava fatta, al punto che Luis Fabiano, stasera per nulla  Favoloso, sprecava la possibilita' del terzo gol calciando alto. Ma la Corea non si era ancora arresa, e all'89' segnava con  l'ennesimo contropiede veloce, ed assist di testa di Jong Tae Se a Ji Yun Nam che si liberava di Lucio e segnava. Il fischio finale  dopo 2' di recupero colorava di delusione le facce intirizzite dei nordcoreani e faceva tirare un sospiro di sollievo ai brasiliani,  fischiati dai loro tifosi a fine primo tempo e ben poco applauditi dopo il 90'. Forse aveva ragione quel tifoso che, a fine partita, dalla  tribuna centrale, agitava una sagoma a grandezza naturale di Ronaldinho.

Costa d'Avorio-Portogallo, sbadigli e zero gol

 (Il Sole 24 Ore - Marco Gentili)
Doveva essere una gara spumeggiante, piena di gol e azioni da rete. E invece tra Costa d'Avorio e Portogallo e' finita senza reti.
Ma il risultato finale non rende giustizia a una gara intensa e ben giocata da entrambe le formazioni, con i lusitani piu' propensi a tenere basso il ritmo del gioco, e gli africani a tentare di far valere la propria superiorita' fisica. Ne e' venuta fuori una gara piacevole a tratti, mai noiosa, anche se avara di vere occasioni da gol, e con i portieri praticamente inoperosi.
Nella prima frazione l'unico sussulto degno di nota nasce da un'invenzione di Cristiano Ronaldo, che sulla trequarti si libera del suo marcatore e lascia partire un sinistro formidabile, che si stampa sul palo alla destra del portiere ivoriano Barry. Dal canto suo la Costa d'Avorio chiude ermeticamente la difesa, annullando uno spento Danny, gioca molto su Kalou e cerca spesso Gervinho in attacco.
Il secondo tempo segue il canovaccio della prima frazione, ma non offre grossi spunti per la cronaca: i tiri in porta sono pochi, le occasioni scarse. Il rientro in campo della stella ivoriana Didier Drogba da' vigore a un torneo ancora alla ricerca di una vera stella, e l'attaccante del Chelsea dimostra di avere pienamente recuperato dopo la frattura all'avambraccio rimediata due settimane fa in amichevole. E proprio dai suoi piedi nel finale nascono un paio di occasioni d'attacco interessanti per la formazione in maglia arancio.

La nuova Zelanda pareggia all'ultimo minuto con la Slovacchia.

L'Italia ringrazia Reid. Rocambolesco pari al "Royal Bafokeng Stadium" di Rustenburg tra Nuova Zelanda e Slovacchia, prossime avversarie degli azzurri nel girone F. La formazione di Weiss, in vantaggio a inizio ripresa con Vittek, assaporava già la vittoria al suo esordio assoluto in un Mondiale quando, al 93', ecco arrivare il pari di Reid per il definitivo 1-1. Un punteggio che all'Italia sta più che bene: tutti a un punto nel girone e stessa differenza reti.

Le pagelle di Italia-Paraguay: bene Pepe e Montolivo

Ecco le pagelle degli Azzurri dopo Italia-Paraguay: bene De Rossi e Pepe, male Gilardino e Marchisio.
Buffon sv - Inoperoso nel primo tempo, quando è incolpevole sul gol, esce all'intervallo per infortunio.
Marchetti sv - Un paio di brividi ma nessuna vera parata per un esordio mondiale da 'senza voto'.
Zambrotta 6 - Discreta prova del laterale, attento in copertura e costante nella spinta sulla fascia: niente di trascendentale ma sembra un altro giocatore rispetto a quello visto nell'ultimo, opaco campionato.
Cannavaro 5.5 - Prova complessivamente discreta ma si fa sorprendere in occasione del gol: un errore grave per un giocatore della sua esperienza.
Chiellini 6 - Preciso, puntuale, battaglia con i vari Valdez e Barrios senza mai cedere di un centimetro. Affidabile anche se meno convincente che in altre occasioni.
Criscito 6.5 - Uno dei migliori: spinge con continuità e chiude puntualmente sulle iniziative avversarie. Ottimo anche nella diagonale difensiva.
De Rossi 7 - Condivide con Cannvaro la colpa in occasione del gol subito ma si rifà ampiamente nella ripresa, quando diventa il punto di riferimento a centrocampo e trova il gol grazie anche all'uscita a vuoto di Villar.
Montolivo 6.5 - Buona prova del vice-Pirlo, che imposta senza strafare, detta i tempi e sfiora anche il gol nella ripresa con un tiro dalla distanza. 
Pepe 7 - Il migliore per dinamismo ed efficacia delle iniziative: mette spesso in crisi la retroguardia sudamericana con la sua velocità e tecnica. Bravo anche nei calci da fermo, come il corner dal quale scaturisce il gol del pareggio italiano.
Marchisio 5 - Inizio discreto, poi si perde, senza mai trovare davvero la posizione per rendersi utile in copertura e pericoloso in fase offensiva.
Camoranesi 5.5 - Entra al posto di Marchisio ma più che qualche raro spunto si fa notare ricevendo un cartellino giallo e rischiando perfino l'espulsione. Se non altro, il suo ingresso coincide con il cambio di modulo che migliora nettamente l'Italia.
 Iaquinta 5.5 - Male nel primo tempo come esterno puro, ritrova un po' della solita efficacia nella ripresa, quando viene messo al fianco di Gilardino o Di Natale con libertà di svariare nel 4-4-2 proposto da Lippi.
 Gilardino 5 - Buona volontà fuori discussione ma, pur in uno schema che dovrebbe conoscere bene, fatica a mettersi in luce in mezzo alla coppia difensiva paraguagia. In sintesi: non la prende mai.
 Di Natale sv  - Entra al posto di Gilardino, rispetto al quale è decisamente più dinamico e produttivo pur senza incidere sostanzialmente sulla partita. Con una punta di peso al fianco sembra la soluzione ideale nel 4-4-2 sui cui dovrebbe puntare Lippi.
 Lippi 6 - Sulla formazione schierata nel primo tempo pesa il risultato più che la prova complessiva o il modulo 4-2-3-1 ma è abbastanza evidente che il 4-4-2 e il 4-3-3 sono moduli più graditi alla squadra. Discutibile, dunque, la scelta iniziale, saggio il ravvedimento per una complessiva sufficienza: sempre che si continui su questa linea.

De Rossi salva l'Italia, 1-1 sofferto con il Paraguay

Discreto esordio al Mondiale per l'Italia che ha pareggiato 1-1 con il Paraguay. Gli Azzurri hanno giocato un buon match. Il passaggio del turno non sembra comunque impossibile visto che i prossimi incontri contro Nuova Zelanda (20 giugno, ORE 16) e Slovacchia (24 giugno, ORE 16) non sono certo proibitivi.
POCA FANTASIA - Certo non mancheranno le critiche. Si è sentita sicuramente la mancanza di fantasia in attacco. L'esperimento Marchisio dietro le punte è stato un piccolo fallimento, così come il 4-2-3-1 schema mal digerito da alcuni (vedi Iaquinta). Con il passaggio al 4-4-2 infatti la squadra è sembrata più equilibrata e dinamica.
BENE PEPE E MONTOLIVO - Per il resto l'Italia ha giocato con personalità mettendo in mostra anche una buona condizione atletica. Il neo juventino Pepe è stato il più vivace, davvero inesauribile sulla fascia destra. Iaquinta decisamente meno a suo agio sulla destra. Montolivo si è districato bene da vice Pirlo e anche il giovane Criscito si è mosso con discreta disinvoltura.
La rete che ci ha punito è arrivata sugli sviluppi di calcio da fermo al 40' del primo tempo. Cross in mezzo all'area per Alcaraz che, anticipando i disttenti  De Rossi e Cannavaro, ha trovato l'angolino al primo vero tiro in porta.
Nella ripresa non è rientrato in campo Buffon (problema muscolare alla schiena) dentro Marchetti. Con l'ingresso di Camoranesi Lippi ha ridisegnato la squadra sul 4-4-2 e i frutti si sono subito visti. Al 64' De Rossi ha segnato la rete del pari, sugli sviluppi di una mischia, regalando il meritato pari all'Italia, che ha sempre fatto la partita. Nel finale Lippi ha dato spazio anche a Di Natale, ma il possibile gol vittoria è arrivato da un tiro di Montolivo messo in angolo dal portiere paraguaiano.

Il Camerun di Eto'o battuto dal Giappone

Nel secondo match del primo turno del Girone E, il Giappone vince meritatamente contro un Camerun che ha mostrato grosse lacune in tutti i reparti, soprattutto in difesa, ed al quale non è bastata la stella Samuel Eto'o per aver ragione di una squadra molto ordinata come quella di Okada.
I nipponici sono più quadrati, più veloci e riescono a controllare il gioco dei Leoni d'Africa che sembrano più che altro degli inoffensivi gattoni. La rete al 39' di Honda è più che meritata. Il Camerun non riesce ad avere ragione della difesa sempre ordinata dei giapponesi che si rendono anche pericolosi.
Nel finale, potrebbe anche pareggiare ma il tiro dalla distanza di Mbia trova l'incrocio alla destra di Kawashima.

Lippi ha scelto: col Paraguay tocca a Criscito e Montolivo

 (Riccardo Pratesi - Gazzetta dello Sport)
Sciolti gli ultimi dubbi di formazione: Zambrotta a destra, Pepe, Marchisio e Iaquinta alle spalle di Gilardino. Al c.t. è arrivata la maglia rosa di Basso: "Non sono io l'unico fuoriclasse..."
Continua il conto alla rovescia del debutto al Mondiale dell’Italia. A Città del Capo, sotto la pioggia, che ha fatto anche saltare la rifinitura a porte chiuse mattutina, così rimpiazzata da una seduta in palestra. In mattinata il termometro non arrivava agli otto gradi. Stasera alle 20.30, al Green Point Stadium, capienza oltre 69.000 spettatori, di cui almeno 1000 tifosi italiani, gli azzurri campioni del mondo affronteranno il Paraguay, primo ostacolo nel primo Mondiale africano di sempre.

FORMAZIONE — Lippi ieri in conferenza stampa ha dichiarato che la formazione è facile da decifrare. Però le prove durante gli allenamenti della settimana sono state molteplici, sia come modulo che come interpreti, e ieri pomeriggio il c.t. viareggino ha sorpreso tutti quando ha assegnato la pettorina da presunti titolari anche agli outsiders Bocchetti e Pazzini. Ma la formazione è praticamente fatta: Buffon in porta, e ci mancherebbe altro, poi Zambrotta, Cannavaro, Chiellini e Criscito in difesa. Solo panchina, dunque, per Maggio, Bocchetti e Bonucci. A centrocampo De Rossi è la certezza, al suo fianco Montolivo, con Marchisio più avanzato, affiancato dagli esterni Pepe e Iaquinta. Gilardino centravanti, nonostante la tentazione Pazzini.
MAGLIA ROSA — L'ultimo regalo al c.t. Marcello Lippi, si spera ben augurante, è arrivato dal ciclista Ivan Basso, vincitore del Giro d'Italia: "Mi ha mandato la maglia rosa con la scritta 'Marcello, adesso tocca a voi'". A svelarlo è lo stesso Lippi, nell'intervista-rituale con la Rai nell'immediata vigilia del debutto mondiale di questa sera con il Paraguay. "Cristiano Ronaldo ci vede favoriti? Fa piacere, questi sono grandi giocatori che sanno come gira il mondo e il vento - ha detto il tecnico viareggino -. Ciò non significa che vinceremo ma la maniera peggiore di approcciarsi al Mondiale è dire quanto sono forti gli altri". A chi lo considera l'autentico fuoriclasse della Nazionale, Lippi risponde così: "In panchina ci sono dodici giocatori, compreso Pirlo, fisioterapisti, medici o massaggiatori. Hai voglia a fuoriclasse...".
LE CHIAVI DELLA SFIDA — Il Paraguay ha un attacco importante. In cui spiccano Barrios, l’oriundo nato a Buenos Aires, un gol a partita con l’Albirroja, e Santa Cruz, militanze nobili con Manchester City, e prima ancora Bayern Monaco, e infine Valdez, ex Werder Brema e ora compagno di squadra di Barrios al Borussia Dortmund. L’allenatore dei sudamericani accarezza l’idea tridente, ma, anche se alla fine optasse per un più solido 4-4-2, potrebbe sempre contare su attaccanti di buon livello da far uscire dalla panchina, perchè non va dimenticato Cardoso, punta del Benfica. La difesa, però, non è all’altezza del reparto avanzato, e allora le chiavi tattiche potrebbero essere non solo la fisicità sugli esterni, di Pepe e Iaquinta, ma anche gli inserimenti centrali in verticale di Marchisio, per prendere d’infilata una difesa statica, protetta dal "pennellone" Caceres, difensore aggiunto potente, ma sintonizzato sull’andamento lento.

L'Olanda vince ma non brilla

Un autogol realizzato in cooperativa da J. Poulsen e Agger ed un gol di Kuyt decidono a favore degli Orange la sfida fra Olanda e Danimarca, una delle gare più noiose e sotto ritmo di questo già di per sè non esaltante inizio di Mondiale. Lo schieramento tattico speculare (4-2-3-1) ha probabilmente contribuito a ridurre gli spazi, ma certo sia la squadra di Van Marwijk che quella di Olsen sono apparse piuttosto imballate, e comunque incapaci di guizzi degni di nota in fase offensiva. Circostanza particolarmente inattesa per quanto concerne l'Olanda, che dovrebbe vantare un ottimo rapporto tra velocità e cifra tecnica con Van Persie supportato alle spalle da Kuyt, Sneijder e Van der Vaart in attesa del recupero di Robben.
Dopo un primo tempo totalmente soporifero, la svolta arriva in apertura di ripresa; Van Persie si libera a sinistra e prova un cross senza troppe pretese, J. Poulsen sbaglia il rinvio di testa e, complice una deviazione di schiena di Agger, mette alle spalle del proprio portiere Sorensen.  Il gol apre maggiori spazi agli olandesi, che all'84' trovano il raddoppio col tap-in vincente di Kuyt dopo il palo colto da Elia, entrato al posto di Van Persie.

La Germania schiaccia l'Australia

Due gol per tempo e la Germania archivia la sua partita inaugurale con un convincente 4-0
Dopo uno spavento iniziale la Germania passa in vantaggio con Lukas Podolski al 15' del primo tempo grazie ad un gran tiro dal limite.
L'Australia fa ben poco per rendersi pericolosa e subisce anche il secondo gol di Miroslav Klose con un spettacolare colpo di testa.
Nella ripresa l'Australia resta in dieci per una severa espulsione di Cahill e la Germania dilaga. Il terzo gol  lo segna il giovane Thomas Muller che trova l'angolino basso con un tiro da dentro l'area. In contropiede arriva anche il quarto gol di Cacau.

Slovenia, vittoria senza spettacolo

Batte 1-0 l'Algeria grazie a una papera del portiere nordafricano
La prima giornata del gruppo C si completa con Algeria-Slovenia. Al Peter Mokaba Stadium di Polokwane le due nazionali appaiono già dai primi minuti molto equilibrate senza sussulti di rilievo.
La prima occasione è di Dedic che lancia Novakovic. L'attaccante sloveno sbaglia la misura a porta. E' il primo segnale di una pressione costante che la Slovenia inizia a esercitare sul centrocampo algerino. I primi venti minuti vedono la Slovenia spingere e l'Algeria contenere fino all'occasione di Djeboour contrato provvidenzialmente da Brecko. Siamo al 23 esimo di gioco del primo tempo.

Le emozioni tardano ad arrivare e gli animi si scaldano quando Djebbur colpisce la volto Suler in area slovena. La moviola conferma la non accidentalità del colpo ma l'arbitro sorvola. Batres però dopo pochi minuti non perdona un intervento scorretto di Radosavljevic: primo cartellino giallo dell'incontro.

L'Algeria inverte la freccia della gara e le cose belle le fa vedere in fase di chiusra del primo tempo. Da angolo battuto da Ziani incornata insidiosa di Halliche che sfiora la porta di Handanovic. Gli esterni africani salgono bene. Matmour di controbalzo non inquadra la porta.

Si va negli spogliatoi sullo 0-0. Al rientro cambio dopo pochi minuti ordinato dalla panchina slovena: fuori Dedic dentro Ljubijankic. Il ritmo non accenna a salire e anche l'Algeria prova a mescolare le carte: fuori Djebbour dentro Ghezzal che appena tocca palla becca un ammonizione. Dopo poco l'arbitro guatemalteco gli rifila il secondo giallo e lo espelle. Nordafricani in dieci al 30 esimo del secondo tempo.
L'Algeria sotto numericamente ci prova: discesa a sinistra di Belhadj, con palla alla fine che sfila sul fondo, poi follia di Suler che dorme su un rinvio del portiere. Poi Handanovic deve uscire sui piedi di Ziani che si era ritrovato una palla d'oro solo davanti alla porta. E' l'ultima azione pericolosa che registriamo sul taccuino poi arriva il gol della Slovenia grazie a un tiro dai sedici metri di Koren. Il portiere Chaouchi prova la presa ma perde la palla. Paperissima, la seconda dopo quella dell'inglese Green, ed è 1- 0 in favore degli europei.

Girandola di sostituzioni: dentro Saifi e fuori Matmour, dentro Saifi e fuori Matmour, entra anche Guedioura al posto di Kadir, per la Slovenia fuori Birsa e dentro Pecnik. Entra anche Komac al posto di Radosavljevic. Cambi che servono solo per le statistiche della partita. Koren viene portato in trionfo per aver raddrizzato un match senza grande spettacolo.

Shakira - Waka Waka

Zakumi

Zakumi
La Mascotte della FIFA World Cup 2010